TEST E RIMEDI
Bambini con l’occhio pigro: intervenire durante l’infanzia
Il problema può creare difficoltà già alla scuola primaria. Ecco tutto ciò che bisogna sapere per affrontare l’ambliopia
L’ambliopia, meglio conosciuta come “occhio pigro”, si manifesta nei primi anni di vita con una riduzione delle capacità visive in un occhio, raramente in entrambi. Il difetto, se non curato, si aggrava e diventa irreversibile. Nei Paesi civilizzati colpisce dal 2 al 5% della popolazione pediatrica, mediamente un bambino su 30.
«Purtroppo, nella maggio parte dei casi - avverte il professor Lelio Sabetti, oculista dell’Università dell’Aquila - il bambino non ha manifestazioni apparenti o particolari limiti, per cui si rendono necessari screening e visite precoci per una diagnosi esatta e per avviare la terapia più corretta».
Il problema purtroppo esiste e oltre a creare difficoltà ai bambini nella scuola primaria, può precludere nell'adulto l’ammissione a concorsi pubblici e all'esame per il conseguimento della patente di guida. Affrontare con successo l’ambliopia non è difficile: si tratta di stimolare maggiormente l’occhio in difetto, prima che il cervello, portato a penalizzare l’occhio che funziona, lo escluda.
Il rimedio è molto semplice: l'occhio sano va occluso alla vista con una benda per periodi più o meno lunghi di tempo, decisi dall'oculista durante delle visite di controllo. Oltre a questo metodo tradizionale, ce ne sono anche altri, più tecnici: l'impiego di lenti defocalizzanti o a cristalli liquidi e nei casi più gravi si può fare ricorso a dei farmaci. Ma per correggere l'ambliopia bisogna prima scoprire quei bambini che hanno l’occhio pigro.
“I test raccomandati dalla letteratura scientifica ci sono, ma la sanità pubblica non li applica in misura sufficiente”: fa notare il professor Adriano Magli, oculista dell’Università di Salerno. E' per ovviare a questa mancanza che in Italia, con il sostegno dei Lions Club, nel 2019 è nato il progetto Sight for kids.
«Sono pochissime le aziende sanitarie che si preoccupano del problema occhio pigro nei bambini - fa presente il dottor Massimo Di Pietro, della Clinica oculistica di Catania e coordinatore nazionale di Sight fot Kids - Vista la situazione abbiamo deciso di intervenire con un progetto mirato, che si basa su due filoni: campagne di screening della vista a quanti più bambini è possibile (ne abbiamo controllati dall'inizio dell'attività oltre 100mila, tra i 3 e i 5 anni) e a una capillare campagna d'informazione». Aggiunge: «A questo scopo partecipiamo a incontri pubblici, congressi scientifici, scriviamo articoli, siamo attivi sui social, abbiamo pubblicato due opuscoli, uno a fumetti e un manuale distribuito nelle scuole in oltre un milione di copie».
«Purtroppo, l’ottimo inizio del 2019 è stato frenato dal Covid, ma quest’anno ripartiamo alla grande - conclude il dottor Di Pietro - ci proponiamo di controllare nel 2024, in tutto il territorio nazionale, almeno 50mila bambini e poiché l’ambliopia ne riguarda uno su 30 ci aspettiamo di poterne individuare e avviare alle cure oltre 1600».
Quanto sia gradita l’iniziativa Sight for kids lo conferma anche il favore con cui viene accolta dal personale scolastico, oltre che dai genitori: l’80% di quelli interpellati danno il loro consenso all’esecuzione dello screening e le scuole dell’infanzia spesso contattano i Lions Club già nel mese di settembre per sapere se anche nell’anno scolastico in corso gli screening verranno nuovamente effettuati. Per portare il più possibile l’attenzione su questo problema nei prossimi mesi verrà inviato al ministero della Salute un documento con gli ultimi risultati del progetto Sight for Kids e un appello firmato da quanti più oculisti possibile per sollecitare misure concrete contro l’ambliopia infantile.
MA COME AVVIENE LO SCREENING?
Il Lions Club locale individua le scuole dove intervenire, viene presentata l’iniziativa ai dirigenti scolastici per poi chiedere la partecipazione dei genitori, viene fornito del materiale illustrativo e il consenso informato. Al termine si raccolgono le adesioni. In una giornata il personale sanitario (medico oculista o ortottista) esegue una serie di test. Ciascuno dura dai 5 ai 10 minuti, poi viene redatto un responso da consegnare ai genitori. Oltre alla spiegazione per esteso dell'esame effettuato al bambino, si usa anche un disegno di immediata comprensione: un semaforo con tre colori: verde (nessun problema), giallo (situazione da tenere sotto controllo), rosso (è consigliata una visita oculistica al più presto).
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