AUTO PIRATA
Cecilia travolta e uccisa. «Siamo scappati per paura»
Il racconto di uno dei ragazzini negli uffici della Polizia locale di Milano. La Procura valuta provvedimenti, ma saranno decisi con cautela

Quando sono arrivati negli uffici della Polizia locale di Milano i quattro ragazzini sembravano non essersi resi conto del tutto di quello che avevano fatto. Poco dopo però, a capo chino, qualcosa hanno cominciato a capire e, pur senza tradire particolari emozioni e con qualche difficoltà, hanno ripercorso quel lunedì mattina – 11 agosto – che ha posto fine alla vita di Cecilia De Astis, 71 anni, e che ha cambiato irrimediabilmente anche la loro, dopo averla travolta e uccisa con un’auto rubata in via Saponaro al Gratosoglio, non lontano dall’area che le loro famiglie occupano con le loro roulotte. «Abbiamo avuto paura e siamo scappati», ha detto uno di loro per spiegare perché dopo l’impatto che ha scagliato la donna a metri di distanza sono fuggiti in direzioni diverse, senza fermarsi a controllare come stesse, senza chiedere aiuto.
LE CHIAVI TROVATE IN AUTO
Tutto era nato con il furto dei bagagli nell’auto di un turista francese, domenica. I quattro, di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, nella valigia avevano trovato anche le chiavi di riserva, erano tornati su posto e l’avevano spostata. E poi l’hanno ripresa accelerando fino a perdere il controllo della vettura in curva e travolgere in via Saponaro Cecilia De Astis. Gli agenti della Polizia locale, comandati da Gianluca Mirabelli, che abitualmente monitorano il via vai nell’area abusiva e i dintorni, con l’aiuto delle telecamere di sorveglianza li hanno individuati. Anche perché i quattro ragazzini erano piuttosto riconoscibili: indossavano una maglietta di un giallo vivace dei Pokemon che avevano acquistato in un negozio, le cui telecamere sono servite a rendere ancora più nitidi i loro volti. La valigia del francese e quelle magliette, trovate in una perquisizione nelle loro roulotte, hanno dato la certezza definitiva che fossero loro a bordo dell’auto pirata.
«NON SONO ADULTI, SONO DEI BAMBINI»
Dopo l’interrogatorio, non essendo imputabili perché hanno meno di 14 anni, i quattro sono stati riconsegnati alle madri e uno a una zia (degli uomini delle tre famiglie, uno è in carcere e gli altri due sono da tempo introvabili). «È dall’alba che piango per la signora e per mio figlio. Che posso dire? Non sono adulti, sono dei bambini», si è sfogata la mamma di uno di loro. Ma è molto probabile che con loro resteranno ben poco.
I PROSSIMI PASSI
Ora che le indagini sulla dinamica della tragedia e sulle responsabilità sono finite per gli agenti della Polizia locale, tocca alla Procura dei Minori, diretta da Luca Villa, e al Tribunale, con gli assistenti sociali, prendere eventuali provvedimenti. Verranno valutate le condizioni in cui i ragazzini hanno vissuto sino a ora, se andavano a scuola, e sarà verificato se in passato avessero già commesso reati, nonostante siano poco più che bambini. Si dovranno analizzare inoltre, anche con sopralluoghi, le loro condizioni di vita nell’accampamento di via Selvanesco, che oggi appariva quasi vuoto. Anche i quattro lo hanno lasciato in mattinata per qualche ora, forse per sfuggire a telecamere e cronisti, per poi farvi ritorno. In serata l’accampamento risultava semideserto, mentre proseguivano gli accertamenti degli agenti della Polizia locale. Il Tribunale potrebbe dunque decidere, su richiesta della Procura, che siano allontanati dai genitori, in quanto questi non sono in grado di farsene carico. Nell’ipotesi più grave, potrebbero anche essere collocati in comunità, se ritenuti particolarmente pericolosi socialmente. Tutti provvedimenti che non possono essere presi d’urgenza ma vanno decisi con cautela, tenendo presente l’interesse primario del minore.
OGGI POMERIGGIO I FUNERALI
Intanto oggi, alle 14.45, saranno celebrati i funerali di Cecilia De Astis nella chiesa di San Barnaba in Gratosoglio.
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