AI FORNELLI
Disastri culinari: il piatto perfetto nasce per sbaglio
Due delle più celebri bontà create in questo modo sono il panettone e il risotto alla milanese
Vi siete dedicati anima e corpo alla preparazione di un nuovo piatto. Dopo averlo messo in forno, lo sportello del vostro elettrodomestico assume i contorni di uno schermo cinematografico. A circa metà cottura entrate nella fase di suspense. Riuscirà, non riuscirà, come finirà? Sono le domande che vi assillano. Ma solo alla fine, quando il timer squillerà, potrete capire se il vostro film avrà un lieto fine oppure se potrà definitivamente essere catalogato nel genere drammatico o horror o in uno splatter alla Tarantino.
Insomma solo quando estrarrete la vostra pietanza dal forno, già da una prima occhiata, sarete in grado di intuire se qualcosa è andato storto, se il vostro piatto è riuscito o se dovrà necessariamente, dopo assaggi e attente riflessioni, finire nel sacchetto dell’umido. A volte però in cucina, come in tanti altri settori (anche la penicillina è nata in maniera fortuita), errare è umano. In alcuni casi, senza neanche perseverare troppo, il risultato può essere diabolico nel senso di semplicemente “perfetto”.
Sono tantissimi i disastri culinari che sono entrati nella storia della gastronomia. Uno sbaglio, una disattenzione, una dimenticanza, uniti a un pizzico di buona sorte non sono sempre sinonimo di fallimento. Due dei più celebri piatti passati alla storia e nati per errore sono entrambi milanesi ed entrambi hanno come protagonisti due garzoni, un cuoco e un assistente vetraio. In questi casi anche la famosa “fortuna del principiante” potrebbe essere stata determinante nella riuscita dell’impresa. Si tratta del panettone e del risotto alla milanese. Tante sono le leggende che ruotano intorno a uno dei dolci tipici delle festività natalizie ma la più accreditata sembra attribuire la paternità del panettone a Toni, un garzone che lavorava nelle cucine della corte di Ludovico il Moro. Il giovane aggiunse burro, uova, uvette e canditi a un dolce a base di avanzi di pane che il capo cuoco aveva sbadatamente bruciato. Scampata la tragedia, il dessert fu apprezzato dai commensali e fu soprannominato, in dialetto meneghino, “el pan de Toni”, in omaggio al suo creatore.
Sempre nel capoluogo lombardo si svolge, nel 1574, la vicenda da cui ebbe origine il risotto alla milanese. Il giovane assistente di Valerio di Fiandra, il mastro vetraio che in quel periodo stava lavorando alle vetrate del duomo, era soprannominato Zafferano per la sua abitudine di aggiungere questa spezia a tutti i colori per il vetro in modo che risultassero più brillanti. La leggenda narra che in occasione delle nozze della figlia del mastro vetraio, il giovane, in accordo con il cuoco, inserì nel risotto la polvere dorata. La pietanza fu un vero successo sia per il sapore che lo zafferano gli aveva conferito sia per il colore dell’oro che la rese una meraviglia agli occhi degli invitati al banchetto.
Tra le sostanze che ci fanno intuire che un alimento non è più in buono stato di conservazione c’è la muffa che però, non sempre è sintomo di “andato a male” come si evince dalla storia che segna la nascita del gorgonzola: un’altra famosa ricetta nata per errore ma anche per amore. Siamo questa volta nel paese di Gorgonzola, in un anno del Medioevo non precisato, dove un giovane casaro, assorto nel pensiero della fanciulla amata, si scorda di lavorare la cagliata. Il giorno seguente decide di unire la cagliata fresca a quella dimenticata in precedenza. Il risultato è proprio il famoso formaggio dalle venature blu.
Nel dizionario degli errori culinari troviamo anche le patatine fritte, la Tarte Tatin, il ghiacciolo, le crêpe suzette, i corn flakes. Sono solo alcune delle ricette sbagliate che hanno scritto la storia del cibo e sono entrate a tutti gli effetti nel panorama gastronomico mondiale.
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