DA VEDERE
DjONISO, teatro e musica vivono dell’ebbrezza del dio greco
A unirli è un’amicizia nata quando erano adolescenti. Un precedente lavoro scritto insieme, una costola di una Vergine Madre che diventa Disco Infernodalla Divina Commedia. E un nuovo progetto su un tema che li unisce: quello del dionisiaco.
«Dioniso è il dio della musica e del teatro, il dio dell’ebbrezza» spiega Lucilla Giagnoni, straordinaria attrice e interprete che il 9 luglio ai Bagni Misteriosi del Teatro Parenti di Milano dà vita con Alessio Bertallot, conduttore radiofonico, cantante e musicista a djONISO: lei narratrice teatrale, lui narratore musicale di tutto il fenomeno dinisiaco, dal mito più antico alle varie versioni, alle Baccanti di Euripide, ultima tragedia che ne narra. «djONISO – prosegue Lucilla Giagnoni – è un viaggio intreccio fra due linee, quella della musica e quella del teatro. La questione del dionisiaco è fondamentale ed emerge con violenza nel nostro tempo di oggi: Dioniso è il dio che, se non ne riconosci la forza sovversiva, la sua pulsione a rovesciare tutto, la potenza, ti distrugge. Il dionisiaco parla di quel lato che non è solo lato ombra dell’umano, ma di tutto ciò che nella natura si manifesta come forza lirica, cantante, ma anche demoniaca, distruttiva: è la natura che canta e ruggisce insieme, che ti nutre e ti divora». Un dio al di fuori dell’ordinario, figlio di Zeus e di una umana: Dioniso è quello che «dà all’umano la vite – spiega ancora l’attrice – e dunque la possibilità dell’ebbrezza: e sia il teatro sia la musica vivono di ebbrezza, sembra nascano da antichi riti dionisiaci. Nello spettacolo io racconterò il mito e la figura di Dioniso, Alessio Bertallot il Novecento e l’inizio del XXI secolo con i fenomeni musicali che ritiene più significativi». Ma accanto alla potenza distruttiva, se non riconosciuta, di Dioniso, ne verrà raccontata «anche la bellezza attraverso la forma dell’arte, un Dioniso che danza, canta, un Dioniso del teatro che è un Dioniso liberatore e liberante: e noi cantiamo anche quello».
In uno spettacolo che è un progetto, nel senso che non si risolve in una serata, ma si evolve di volta in volta: al termine c’è sempre una sorpresa finale, diversa ogni volta. «E ogni sera – conclude Giagnoni – si presenta un Dioniso diverso, che compare nella forma di un artista che invitiamo, più o meno famoso. Un progetto che si arricchisce in tutte le sue puntate, incontrando tanti Dionisi, donne e uomini». Ed ecco allora che il racconto fatto di parole intrecciate al suono passa da Omero a Euripide fino a Nietzsche, da Brian Eno ad Amy Winehouse fino a John Luther Adams. E l’ospite finale a sorpresa diventa la testimonianza della continua rivelazione di Dioniso anche nel mondo contemporaneo. Sia che esploda fuori da ogni schema, sia che si esprima come energia vivente. E sempre anticonformista e capace di rinascere.
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