PARALLELISMI INATTESI
Europa: una cena (indigesta) per Giorgia
Ecco come le elezioni alla Commissione europea hanno lasciato qualcuno a bocca asciutta
Sarà capitato a tutti voi di organizzare una cena e di dover invitare anche persone poco gradite, che sapete già in anticipo che vi metteranno in imbarazzo, grandi amici peraltro di qualcuno che ormai non invitate più perché ne ha fatte davvero troppe.
Lavoriamo un po’ di immaginazione e proviamo a scrivere una sorta di sceneggiatura, un soggetto su questa cena, con episodi e dinamiche che possono essere accaduti a tutti noi. Fra gli ospiti un po’ “sopportati”, in particolare uno si presenta nel modo peggiore, con la classica battutaccia fuori luogo mentre tutti gli amici più cari guardano voi, come a dire «dovevi proprio invitarlo?». No, non lo si poteva non invitare perché oltretutto è la classica persona che ha amici importanti nel vostro ambiente di lavoro e vi conviene tenerveli buoni. Ma poi col tempo, con sorpresa di tutti, questo invitato sembra inserirsi nel contesto, conversare amabilmente anche con i commensali più civili discettando con competenza anche di argomenti elevati. Ma ogni tanto, ecco che parte un burp!, una risata sguaiata, un dito nel naso, per la gioia di quella parte del tavolo più rumorosa, i bastian contrari che non aspettano altro per provare a rovinare ogni volta l’atmosfera della serata. A un certo punto, ecco il momento clou: il dolce. Una bella fetta di torta e ce n’è anche per un secondo giro. Ma non per tutti, bisogna fare delle scelte e qualcuno resterà a bocca asciutta. La logica vorrebbe che a pagare la propria maleducazione siano i bastian contrari, ma che si fa con l’ospite che ha sorpreso un po’ tutti? Beh in fondo è tutta la cena che ci fa i sorrisoni, quindi sarà d'accordo con la nostra divisione. E invece no, riecco le battutacce, l’irriverenza finché l'ospite, escluso dalla ripartizione, entra in cucina e inizia a spaccare tutti i piatti al punto da essere allontanato. Ora, provate a fare un gioco di sostituzione. La cena è l’Unione Europea e voi siete la coalizione che ha vinto le elezioni e che deve nominare la commissione che governerà il continente in questa fase così delicata. I bastian contrari sono i paesi dell’area più estremista d’Europa come Ungheria o Polonia. E l’ospite che rompe i piatti? Inevitabilmente Giorgia Meloni, entrata nel consesso europeo fra mille scetticismi per il suo passato, specie per gli endorsement a personaggi discutibili come Orban o Trump, e rivelatasi assai più vicina del previsto alle politiche dell’area più centrista al governo dell’Europa. Certo, qualche inciampo agli esordi, come il pervicace “no” al MES, c’è stato, ma col tempo sembrava che l’intesa fosse ormai inattaccabile. E invece alla lunga i problemi passati sono tornati a galla. La presidente del consiglio italiana non è riuscita a scegliere davvero fra una parte e l'altra, non ha saputo convincere Salvini a non mandare a Strasburgo un personaggio come Vannacci che imbarazza persino la Le Pen e si è astenuta quando si è trattato di sostenere l’amica Ursula von der Leyen nella corsa ai vertici dell’UE. E così alla fine, a spartirsi la torta sono stati i soliti e il peso dell’Italia sbandierato da Giorgia si è dissolto in un attimo. Lei ha tuonato ma, oggettivamente, un ospite così ambiguo e imprevedibile, voi lo invitereste ancora a casa vostra?
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