FELINI
Gatti neri tra leggende e canzoni
«Adorati come divinità nell’Antico Egitto, apprezzati per la loro bellezza e come simboli di pace e fortuna in Giappone, stimati e rispettati dagli Arabi, tenuti in alta considerazione in Asia dal punto di vista estetico e spirituale, difesi in Europa, i gatti non se la sono passata però sempre bene. E non tanto quando vivevano selvatici, preservando la loro libertà e indipendenza.
LA PERSECUZIONE
Ma nel Medioevo, quando fu considerato un simbolo delle streghe e del diavolo e per questo perseguitato violentemente. Soprattutto se nero, colore che ancora oggi alcuni considerano portatore di sfortuna, perché legato al buio e al lutto, mentre significa esattamente il contrario nel Regno Unito, in Francia e in Asia dove i gatti neri portano, secondo le credenze, una buona sorte.
MUSA DI EDGAR ALLAN POE
Il gatto nero dà il titolo a uno dei racconti più famosi di Edgar Allan Poe, in cui un omicida condannato a morte racconta di aver sempre avuto una grande passione per un gatto nero di nome Plutone che, murato inavvertitamente con il cadavere della moglie che l’uomo aveva ucciso, fece scoprire il corpo emettendo un gemito. Ma è anche protagonista di una canzone, nel 1969, dell’undicesima edizione dello Zecchino d’Oro, la famosa competizione canora tra bambini, dove fu cantata “Volevo un gatto nero”, che ebbe e continua ad avere un grandissimo successo. E un gatto nero parlante è, in tv, Salem, il protagonista felino del telefilm “Sabrina, vita da strega”.
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