TESORI NASCOSTI
Giornate Fai d’autunno: apri la porta e scopri i segreti
Il Fai fa conoscere 700 luoghi unici in 360 città d’Italia. In Lombardia sono aperti 123 beni in 49 comuni. A Varese da non perdere è il Santuario di Santa Maria della Gioia. L’Oratorio Visconteo in posizione nascosta ad Albizzate
Sabato 12 e domenica 13 ottobre tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’autunno, uno dei più importanti e amati eventi dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia, organizzato dal FAI Fondo per l’Ambiente Italiano.
LE GIORNATE FAI D’AUTUNNO
Da nord a sud della Penisola 700 luoghi straordinari, poco conosciuti e valorizzati oppure insoliti e curiosi, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città. Chi parteciperà alle Giornate FAI, animate e promosse dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della rete territoriale della Fondazione, avrà l’occasione di scoprire e conoscere la varietà dei tesori di storia, arte e natura che costellano l’Italia attraverso storie inaspettate e racconti inediti. Apriranno le porte e si sveleranno palazzi storici, ville, chiese, castelli. Di più: saranno visitabili, collezioni d’arte, laboratori artigiani, esempi di archeologia industriale e siti produttivi e saranno in programma itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. A ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione e gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. L’elenco completo dei luoghi aperti e delle modalità di partecipazione si trova sul sito giornatefai.it. Tra essi chiaramente i grandi “classici” del FAI, come, a Varese, la Torre di Velate e Villa e Collezione Panza, poi Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, il Monastero di Torba a Gornate Olona e Casa Macchi a Morazzone. A cui si aggiungono anche la Vibram ad Albizzate e il museo Agusta a Samarate.
OLTRE ALLE METE CLASSICHE
Ad Albizzate si potrà visitare l’Oratorio Visconteo di San Giovanni Battista e San Ludovico da Tolosa, aperto eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI. Questo raro esempio iconografico nella pittura lombarda fu costruito nella seconda metà del XIV secolo per volontà di un ramo secondario della famiglia Visconti. L’edificio si inserisce in una tipologia di cappelle gentilizie che ebbe una discreta fortuna in Lombardia, caratterizzate da una sostanziale sobrietà e semplicità dell’ornato esterno e della struttura architettonica, contrapposta a una ricchissima decorazione interna, impreziosita da cicli pittorici. L’oratorio di Albizzate si configura infatti come una chiesetta ad aula unica, con abside circolare e una semplicissima facciata con profilo a capanna. All’interno la ricca decorazione a fresco accoglie il visitatore in una dimensione di eleganze gotiche e di raffinatezze cromatiche. Il catino absidale è occupato dalle figure di 12 Santi e, al di sopra di questi, spicca un grande Cristo benedicente attorniato dai simboli del quattro Evangelisti. Sulle pareti si dispiegano, disposti su due registri, a sinistra i riquadri con le Storie di San Giovanni Battista e a destra di San Ludovico di Tolosa, un esempio straordinario del gusto narrativo del tardo Trecento. Il ramo della famiglia Visconti di Albizzate si è estinto nel 1633 e da allora l’edificio ha subito tutta una serie di vicissitudini fino all’ultimo restauro del 1998-1999, in occasione del quale gli affreschi sono stati staccati e riposizionati su un supporto di legno e d’alluminio, in modo da assicurarne la conservazione nel tempo.
In località Montello a Varese, immerso nel verde collinare, si potrà invece conoscere il Santuario di Santa Maria della Gioia, edificato nel 1977 su progetto del frate francescano e architetto Costantino Ruggeri, di cui ricorrerà il centenario della nascita nel 2025, in collaborazione con l’architetto Luigi Leoni, per volere della Congregazione dei Frati Minori. Padre Ruggeri, che nel corso della sua vita ebbe modo di confrontarsi con i principali progettisti dell’epoca, da Gio Ponti a Le Corbusier, è stato una figura centrale nel rinnovamento dell’architettura sacra. Come nel caso di questo Santuario, che si presenta completamente bianco, grazie all’utilizzo di materiali come la pietra a spacco e il calcare, e caratterizzato da una pianta insolita, in parte rettangolare e in parte semicurva. Gli interni sono sobri e quasi minimalisti, in contrasto con le coloratissime vetrate che riempiono di luce l’aula, trasportando l’osservatore in una dimensione mistica.
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