CONFLITTO IN MEDIORIENTE
«Israele deve difendersi da barbari assassini»
L’intervista della Prealpina a Walker Meghnagi, presidente degli ebrei di Milano
«Purtroppo, quel giorno io ero a Tel Aviv. Mi ero preso qualche giorno di vacanza per stare assieme a mia figlia che si era appena sposata e vive lì. Saranno state le 6.30 del mattino quando mia moglie disse che era suonata la sirena e che dovevamo andare subito nel bunker. Pensare che lì per lì avrei preferito starmene a letto. All’inizio non si capiva niente, sentivamo amici, anche qui in Italia, e nessuno sapeva dirci nulla. Poi, dopo diverse ore si è fatto via via sempre più chiaro l’orrore».
«È STATO UN POGROM»
Raggiunto telefonicamente a Roma, dove ieri in mattinata, lunedì 7 ottobre, ha partecipato al Tempio maggiore della capitale alla cerimonia a un anno dall’attacco di Hamas con le più alte cariche della Comunità ebraica, a cominciare dal rabbino capo Riccardo Di Segni, e la premier Giorgia Meloni, il presidente della comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi ricorda il “suo” 7 ottobre. «È inutile girarci attorno: è stato un pogrom. Impossibile negarlo. Il più grave attentato dopo la Shoa. Ce lo ricordano i numeri: 1.445 morti e non 1.200 come vedo scritto da più parti; e 6.050 feriti. Tutto questo in sole dodici ore. Hanno ucciso, violentato, stuprato, messo i bambini dentro i forni accesi. Non possiamo dire che si tratta di una guerra: sono dei terroristi, barbari assassini. Non hanno puntato ai politici, ma ai civili indifesi. Senza dimenticare i 251 rapiti, 101 dei quali non si sa ancora che fine hanno fatto».
«Ci sono stato - aggiunge - anche di recente laggiù: ora il sud di Israele è completamente distrutto. Lo ricostruiremo, certo, ma intano ora è solo distruzione. No, non ci aspettavamo una cosa simile, è stato un errore di valutazione. A Gaza non c’era più Israele e ogni giorno varcavano il confine per lavorare più di 120 mila palestinesi, che tra l’altro godevano della sanità israeliana».
«RICORDATE LE PAROLE DI HAMAS»
Su un punto, anzi no, due, Meghnagi non transige: punto primo, non è per volontà dello Stato ebraico che non è stato ancora raggiunto un accordo sulla questione Gaza; punto secondo, non si può dire blocchiamo la guerra subito: «Tenetelo bene a mente: Israele deve difendersi e cercare di fare il possibile per riportare a casa tutti i suoi ostaggi tuttora nascosti nei cunicoli di Hamas. Se ce li restituissero, allora sì potrebbe parlare. Tuttavia, che cosa ha detto la guida suprema dell’Iran Khamenei non più tardi di un paio di giorni fa? Ha detto che l’attacco del 7 ottobre è legittimo. La pensano allo stesso modo anche quelli di Hezbollah».
«Israele - prosegue - non vuole distruggere niente, ma quelli che spingono per la coesistenza di due Stati (Israele e Palestina), dovrebbe tenere a mente le parole di Hamas, perché è proprio Hamas che vuole solo e soltanto una Palestina che si estende dal fiume al mare...».
«BATTAGLIA CONTRO I MALVAGI»
Allora si ritorna allo stesso concetto: Israele deve difendersi: «Guardate Hezbollah. È dall’8 ottobre che lanciano centinaia di missili in Galilea. Da lì sono state fatte evacuare più di 100mila persone. Allora, ribadisco, che Israele ha dovuto entrare in Libano. Siamo l’unico Paese occidentale in Medio Oriente. Dobbiamo vincere questa battaglia contro i malvagi per tutto il mondo occidentale».
Intanto, sale il numero dei morti a Gaza. Hamas sostiene che il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza ammonterebbe a più di 45 mila persone: «Purtroppo Hamas fa scudi di innocenti nelle moschee, nelle chiese, nelle scuole e negli ospedali», taglia corto il numero uno della comunità ebraica milanese. Per poi aggiungere: «Tutto il mondo libero è con noi e, anche qui in Italia, una maggioranza silenziosa si è mostrata e continua a mostrarsi solidale con noi. C’è però una minoranza che, attraverso giornali e talk televisivi, cavalca la tigre e attacca sistematicamente lo Stato di Israele con dichiarazioni e vignette che gridano vendetta».
«Purtroppo - conclude - i media danno fiato a un evidente odio antisemita. Per restare sull’attualità, non posso che esprimere vicinanza alle forze dell’ordine che hanno subito gli attacchi da parte dei manifestanti pro-Palestina sabato scorso a Roma. Tutte queste manifestazioni di odio verso noi ebrei, penso anche alle scritte contro Liliana Segre, ci dicono che tra gli estremisti sono sempre più forti i sentimenti antisemiti. Magari pensano di non esserlo, ma lo sono».
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