SUL PALCO
La sacerdotessa e l’ex gladiatore
Fenomeno Taylor Swift a San Siro
Taylor Swift e Russell Crowe, due facce, diametralmente opposte, di una stessa medaglia, quella di musica pop declinata nei tecnologici e gossippari anni venti. La 34enne cantautrice della Pennsylvania rapisce i 130mila del Meazza (due serate soldout, pubblico proveniente da mezzo mondo, tende fuori dallo stadio da giorni) con uno show che definire perfetto non basta: tre ore e mezza tra balli, sorrisi e ben 47 pezzi, tanto carisma, quasi sacerdotessa di un rito pagano. Eppure, alla fine, la sensazione di “brava, sì, però...”, da bellissimo involucro sotto il quale stringi stringi i contenuti sono “oggetti misteriosi” rimane.
Altro discorso per l’evento di domenica 14 ai Giardini Estensi di Varese, prima del Summer Festival: sul palco un mostro sacro... del cinema. Oscar per Il Gladiatore (personaggio oggi si direbbe iconico, ma ogni volta che senti
qualcuno esclamare “Al mio segnale scatenate l’inferno” ti sale la violenza!), carriera super, alla soglia dei 60 anni Russell Crowe, neozelandese con inedite origini italiane, decide (come tanti altri, da Johnny Depp in poi) di coltivare la sua “vera” passione, imbraccia la chitarra e parte in tour. Una miscela di blues e rock, cover ammiccanti (Romeo and Juliet dei Dire Straits, persino Sarà perché ti amo, potevi evitarcelo!), discreta voce e ottima band ma soprattutto Lui, un nome che riempe le arene “a prescindere”. Contenuti musicali? Probabilmente a pochi interessavano, anche se Russell si impegna con passione e professionalità. Pure questo è il confuso mondo della musica di oggi.
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