MODA
L’eleganza sta tutta nella testa. Anzi sopra
L’atelier Gallia e Peter, un luogo simbolo di Milano con ago e filo. Laura Marelli è l’ultima erede della modisteria nata nell’800
Era appassionata di fotografia, Angela Paschero, piemontese, detta Lalla, moglie di Filippo Gallia. Appassionata di fotografia e di fotografie in cui era ritratta. In tutte, o quasi, con in testa un cappello. Sì, perché un’altra delle sue passioni erano proprio i cappelli. Una donna elegante e intraprendente che alla fine dell’Ottocento ha avviato una modisteria a Torino. Primo passo di quello che sarebbe diventato dagli anni Trenta del Novecento uno dei marchi più importanti e conosciuti a livello internazionale: la Gallia e Peter. L’attività di Lalla Paschero appose sull’insegna la scritta “Brevetto della Real Casa” dal 1916, ma da qualche anno prima forniva al personale di quest’ultima cappelli di livrea.
«Da dopo il lockdown ho un po’ ridotto il lavoro, ma non la passione e l’entusiasmo: non seguo più stilisti e produzioni, ma solo clienti privati. E ho più tempo per mettere a posto l’archivio, che sto digitalizzando e che è l’attività che sto portando avanti con maggiore impegno. Da un paio d’anni è nato un sito online che si chiama Out of the Hat Box, nel quale si raccontano storie della nostra azienda, di come è nata e come ha proceduto nei tempi, ma anche notizie che riguardano il cappello e che possono incontrare l’attenzione dei curiosi».
A parlare è Laura Marelli, di cui Lalla era la bisnonna. E con la quale apre proprio quella scatola di racconti che si modella sul marchio Gallia e Peter, appunto. Giunto con Laura alla quarta generazione e trasmesso per via femminile: Lalla la bisnonna, Mariuccia Gallia la nonna, Lia Giacomini la mamma, nipote per parte paterna della modista milanese Cornelia Peter: proprio dall’incontro d’amore tra sua madre Mariuccia e suo padre, Attanasio Giacomini, figlio di Cornelia, nasce nel 1932 a Milano la Gallia e Peter, con un primo negozio in via Montenapoleone, dove resterà fino al 2010, per poi spostare l’atelier in via Moscova. E dopo di loro, Laura Marelli, che oggi è depositaria di una storia di famiglia. Ma non solo.
Cornelia Peter e Mariuccia Gallia unirono una storia di affetto, una commerciale e una tradizione familiare di modisteria, trasformando una bottega familiare in un raffinato atelier e avviando collaborazioni con alcune delle più importanti case di moda, mantenendo sempre la cura artigianale del lavoro su misura: nel 1952 i cappelli realizzati da Gallia e Peter sfilarono in un evento che ha segnato la storia della moda, il debutto della Moda Italiana a Palazzo Pitti a Firenze.
Ma Mariuccia e sua figlia Lia, che ha iniziato a collaborare con lei dal 1944, frequentavano le sfilate di Parigi, Vienna e Londra: al centro, una ricerca costante e un’attenzione forte alle nuove tendenze. Tra le loro clienti, nomi a livello internazionale. Negli anni Ottanta, il passaggio di testimone a Laura Marelli, figlia di Lia, che sperimenta modelli e materiali nuovi e collabora con alcuni dei principali stilisti del Made in Italy, come Armani, Ferrè, Moschino, Gigli, solo per citarne alcuni.
«In questo momento - sottolinea Laura Marelli - per quanto riguarda l’attività di produzione in sé continuo sia con clienti affezionate sia con nuove, ritrovando sempre il piacere delle mani, del cucito, facendo quello che ho sempre fatto, ma dedicando un mio tempo maggiore alla produzione, mentre prima avevo anche incombenze più di tipo “imprenditoriale”: questo potermi dedicare maggiormente alla produzione mi ha fatto ritrovare una dimensione che mi rende estremamente felice. A Milano apro l’atelier il giovedì e il venerdì per le clienti, per il resto lavoro in Valsesia. Sempre nel modo che mi piace: facendo il cappello in testa, su misura, sulle esigenze, il gusto e il bisogno di chi lo indosserà. E facendolo provando e riprovando modelli, colori, proporzioni. Riprendendo quello che faceva e che ci ha insegnato a fare la nonna».
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