L’INCHIESTA
Macugnaga: arrestato il sindaco
Alessandro Bonacci, 84 anni, è accusato di frode processuale, depistaggio e falso materiale in atto pubblico

Il sindaco di Macugnaga, Alessandro Bonacci, è stato arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di frode processuale, depistaggio e falso materiale in atto pubblico. Il sindaco, 84 anni, è ai domiciliari.
Il primo cittadino, con il concorso di altri dipendenti pubblici, nei confronti dei quali non sono state eseguite misure, avrebbe creato una falsa ordinanza sindacale contingibile urgente per giustificare dinanzi alla Procura della Repubblica quanto da lui fatto nell’ambito di un altro procedimento penale, che lo vede indagato per la violazione delle norme urbanistiche e ambientali.
La misura cautelare, emessa dal gip del tribunale di Verbania Mauro D’Urso, è stata eseguita dai finanzieri della Stazione di soccorso alpino di Domodossola nella mattinata di oggi, lunedì 5 maggio, con la collaborazione dei colleghi della compagnia di Domodossola.
L’ORDINANZA AL CENTRO DELL’INCHIESTA
È «assolutamente indispensabile ripristinare, senza indugi, l’accesso all’area in condizioni di sicurezza» per «salvaguardare l’imminente inizio della stagione turistica estiva» e per «tutelare la pubblica e privata incolumità». È quanto si legge nell’ordinanza ritenuta falsa, a oggi ancora online sul sito del Comune di Macugnaga, per la quale il sindaco Bonacci è stato arrestato dalla guardia di finanza di Verbania con l’accusa di frode processuale e depistaggio e falso materiale in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale.
L’ordinanza in questione è la numero 6 del 2023, ma sul sito risulta pubblicata il 22 gennaio del 2025. Secondo quanto appreso, l’originale ordinanza numero 6 del 2023 (poi sostituita con quella falsa) riguardava la viabilità ed era della polizia locale.
«Il comprensorio turistico dell’Alpe Pedriola, rifugio Zamboni e lago delle Locce - si legge in quella che sarebbe una falsa ordinanza - durante i mesi estivi rappresenta la principale attrazione turistica e di fatto è il motore economico dell’intera stazione turistica internazionale di Macugnaga e della Valle Anzasca». Nel documento, «considerato che attualmente l’accesso alla zona è interdetto a causa dei movimenti del ghiacciaio nei mesi scorsi che ne hanno eroso la pista di accesso», il sindaco ordina «il ripristino della pista di accesso al rifugio Zamboni nel tratto compreso tra l’arrivo della seggiovia sino alla morena in sponda destra del ghiacciaio Belvedere», incaricando dei lavori una ditta di Villadossola.
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