PROGRAMMA TV
MasterChef: Valerio apre ristoranti a Roma e Milano
Pochi partecipanti hanno scalato le vette in cucina: il vincitore della sesta stagione è un’eccezione
E dunque anche quest’anno ci siamo, come vuole una recente tradizione tra Santa Lucia e Natale in Italia si inserisce la serata inaugurale di un programma tv che fa impazzire tutto il mondo: MasterChef. Quindi da giovedì 14 dicembre, cenare entro le 21, posizionarsi sul divano, allacciare la copertina e accendere la tele su Sky, dove compariranno ben presto i nostri eroi: Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e il varesino Giorgio Locatelli, i tre chef stellati - giudici - presentatori - intrattenitori - cabarettisti - padroni di casa ai quali è affidata anche quest’anno la versione italiana della trasmissione nata in Gran Bretagna 33 anni fa e ora riprodotta in altri 69 - no, non avete letto male, il numero è giusto - Paesi del mondo per un totale di più di diecimila episodi.
Dopo una simile abbuffata, tuttavia, nove mesi di attesa sono sufficienti per fare tornare allo spettatore l’appetito di sapere chi succederà al varesino Edoardo Franco sul trono della trasmissione più saporita? Cosa vedremo di nuovo? Cosa ci riproporranno - inevitabile - di già cotto e mangiato? Nell’attesa di saperlo, vien voglia di guardarsi alle spalle per scoprire che ben pochi vincitori di Masterchef sono poi diventati chef nel senso letterale del termine, cioè hanno aperto il loro ristorante e hanno iniziato la scalata alle vette della cucina italiana e internazionale.
Molti - i più - si sono fermati alle comparsate in tv, agli show-cooking in ambienti raffinati o nei centri commerciali. Della prima categoria il leader è indubbiamente Valerio Braschi, vincitore nel 2017, a soli diciotto anni, dell’edizione numero 6: dalla spuma di plancton con sashimi di capasanta che fece capire di che pasta fosse quando si sbrogliava tra pentole e fornelli ne ha fatta di strada, e non solo metaforicamente essendo passato a rubare segreti nelle cucine di India, Giappone e della Scandinavia.
Poi, l’apertura del suo primo ristorante a Roma, il “1978”, dove il giovane cuoco di Sant’Arcangelo di Romagna ha ottenuto per sé il premio speciale Tradizione Futura assegnato da Gambero Rosso e per il locale Due Forchette nella Guida Ristoranti d’Italia 2022 e l’inserimento nella guida Michelin.
Ma ora che fine ha fatto Braschi? Ha aperto il suo secondo ristorante a Milano, il Vibe, «Locale pop, ispirato nel design ma non solo, all’arte di Andy Warhol» si legge nelle recensioni. Braschi è pronto per la sfida a Carlo Cracco e agli altri top chef della cucina milanese? Lo scopriremo - suggerirebbe Battisti - solo mangiando...
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