MOTORI
Dalla Innocenti alla Scala
La Cittadella degli artisti del Teatro alla Scala avrà presto una casa. Il progetto è ormai avviato. Il Comune di Milano lancerà a breve un concorso internazionale per affidare la pianificazione architettonica della struttura, che sorgerà in un luogo insospettabile: la maxi-area del Rubattino, in zona Lambrate, dove un tempo si trovavano gli stabilimenti della Innocenti.
Il prossimo 31 marzo saranno ventotto anni dalla chiusura della fabbrica automobilistica da cui uscirono la Lambretta e la Mini Minor. Quasi tre decenni in cui l’area è stata abbandonata e i suoi spazi caduti in disuso.
Proprio questo è l’obiettivo: ripristinare l’ex Innocenti trasformandola, come dicono alcuni, nel tempio della cultura italiana. E reintegrandola così anche nell’ambiente cittadino. Nelle aspettative degli enti coinvolti, il Rubattino ospiterà non solo i laboratori del teatro scaligero ora allo Spazio ex Ansaldo di via Tortona, che occuperanno 27mila metri quadrati sui 98mila disponibili. Altri 36mila saranno destinati ai magazzini del Piermarini, mentre i rimanenti 67mila saranno adibiti alle sale della sartoria e della falegnameria, rispettivamente per i costumi e le scenografie degli spettacoli.
Inoltre, si predispone anche un’aula di sale prove e, si spera, un’Accademia del Teatro. L’idea, che ha già ricevuto il plauso della Regione, è stata presentata ufficialmente a metà febbraio, durante il convegno virtuale organizzato dalla Slc-Cgil a cui hanno partecipato anche il presidente dell’Agis Carlo Fontana, l’attrice Lella Costa, il segretario della Camera dei lavori Massimo Bonini, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano Pierfrancesco Maran e il sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer, principale sostenitore dell’impresa. Con uno sguardo verso il domani, che va oltre la costruzione della Cittadella: Meyer pensa già a una Scala del futuro, con un sistema di telecamere fisse che faccia dello streaming delle rappresentazioni un’esperienza non più alternativa alla chiusura dei teatri.
E soprattutto con un piano ecologico ben preciso: meno carta, consumata dal teatro in quantità che arrivano fino a dieci tonnellate all’anno, e una riduzione dei rifiuti e del consumo di energia elettrica. Non da ultimo, la volontà dell’istituzione scaligera di farsi promotore sociale di cultura, in particolare tra le fasce meno abbienti della cittadinanza. Un piano che trova l’approvazione dell’amministrazione municipale, in un’azione di riconciliazione tra la città di Milano e i suoi luoghi.
Per tutti questi anni al Rubattino, per gran parte abbattuto, sono rimasti soltanto i ricordi della mitica fabbrica: delle strutture si conservano la palazzina degli uffici ex Centro Studi e il cosiddetto Palazzo di Cristallo dove si svolgeva la produzione, entrambi ovviamente smantellati. Il progetto della Cittadella dovrebbe così non solamente recuperare un’area divenuta un fossile industriale, nell’ottica di una transizione ecologica sempre più necessaria, ma riavvicinarla alla comunità, operando dunque sul piano sociale.
Per questo motivo sono in programma altre operazioni simili che il Comune di Milano definisce componenti di una «strategia di metropoli di quartiere»: lo sviluppo del Politecnico a Bovisa, la progettazione del Conservatorio di Rogoredo e il nuovo campus dell’Accademia di Brera allo Scalo Farini, tra Isola e il Cimitero Monumentale. Una scelta, quindi, che vede arte e cultura essere protagoniste del piano urbanistico.
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