CAMBIO AL VERTICE
«Porterò nel cuore questi anni a Varese»
Morelli lascia la Questura: «Qui affetto e amicizia»
Le prime foto da questore di Varese, dietro la scrivania al primo piano di Palazzo Italia, lo ritraggono con la mascherina sul volto. Sì, perché Michele Morelli arrivò qui l’1 febbraio del 2021, in piena pandemia da coronavirus, dopo un anno di restrizioni e paure: «Ho subito cercato di non aumentare ulteriormente la pressione sulla comunità, puntando sempre sul dialogo», ricorda ora, tracciando un bilancio del suo incarico alle latitudini varesine che, di fatto, rappresenta l’ultimo della sua carriera nella Polizia di Stato. «Sono contento di concludere qui a Varese – prosegue Morelli -. Questi tre anni mi rimarranno dentro per sempre: ho trovato una realtà da prendere ad esempio in Italia per laboriosità, serietà e sensibilità. Qui ho trovato affetto e amicizia, e non posso che ringraziare il territorio di Varese, i suoi abitanti e il personale della Questura, che mi ha sempre facilitato nel compito».
Oltre alla gestione della pandemia, tra le sfide più complicate il questore uscente ricorda lo spaccio di droga nei boschi, una piaga che accomuna tutta la provincia, dal confine con la Svizzera fino alle porte di Milano: «È stato uno dei problemi maggiori da affrontare». C’è stata poi la gestione delle manifestazioni dei gruppi anarchici, che richiedono sempre equilibrio e attenzioni particolari, ma non sono mancati momenti tutto sommato curiosi, come quando fu pubblicato un video di Michele Morelli in una sorta di mix con il Führer: «Tutto mi sarei aspettato nella vita – sottolinea con un sorriso -, fuorché essere dipinto come un novello Adolf Hitler».
Durante il suo mandato a Varese ci sono state parecchie soddisfazioni professionali, a partire dalle tante indagini concluse fino «alla confisca di un patrimonio di 15 milioni di euro nei confronti di un delinquente incallito che percepiva pure il reddito di cittadinanza». Nel cassetto dei “ricordi varesini”, Morelli riporrà anche la mostra “L’arte svelata nel palazzo della Questura di Varese”, che ha permesso di aprire ai visitatori le porte di Palazzo Italia per ammirarne il patrimonio artistico e architettonico, recuperato e valorizzato: «È stato un momento importante di vicinanza tra la Questura e la cittadinanza», sottolinea.
Da oggi, nell’ufficio affacciato su piazza Libertà, prenderà posto Carlo Ambrogio Enrico Mazza, tornato a Varese dopo aver ricoperto il ruolo di vicario proprio di Morelli: «Se mi avessero chiesto di indicare un successore – sottolinea il questore uscente -, avrei fatto il suo nome: sono contento che sia stato nominato lui».
Dopo aver girato per servizio tutto il Nord Italia, da Trieste a Padova, da Belluno ad Alessandria, ora Michele Morelli – classe 1961, di origine calabrese ma nato a Milano - tornerà a vivere a Venezia, dove ha trascorso una parte della sua carriera. Un ultimo pensiero va alle tante persone incontrate nel suo percorso varesino, «a Fabio Mondora (il dirigente della Questura scomparso nel gennaio 2022, a cui è intitolato il parchetto davanti a Villa Recalcati, ndr) e a tutti i caduti della Polizia di Stato».
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