ANIMALI
Le origini del gatto domestico
In Italia si celebra la festa nazionale del gatto: è il 17 febbraio ed è stata istituita nel 1990 con un referendum tra i “gattari” lettori di una rivista specializzata. La motivazione che fece propendere per questa data si lega al fatto che febbraio è definito tra i detti popolari il “mese dei gatti e delle streghe”, personaggi di cui nel Medioevo si diceva i felini fossero reincarnazione, attribuendo a questi animali anche un collegamento magico. Ma anche che è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, vale a dire degli spiriti liberi e anticonformisti.
IL NUMERO 17
Anche il numero 17 ha un significato preciso: la sventura che in passato è stata riservata al gatto nero (la cui festa però è il 17 novembre, >blackcatday), ma anche il fatto che anagrammato come numero romano si trasforma da “sono vissuto” a “sono morto”, mentre il gatto vanta la possibilità di sette vite, per cui il 17 diventa 1 vita per sette volte. Sì, ma il 17 febbraio è la festa nazionale del gatto in Italia e anche in Polonia: ma negli Stati Uniti è il 29 ottobre, in Giappone il 22 febbraio, in Russia il 1°marzo. E nel 2002 l’International Fund for Animal Welfare, fondo internazionale nato nel 1969 in Canada per il benessere e per salvare e proteggere gli animali in tutto il mondo, ha aggiunto l’8 agosto come World Cat Day, giornata mondiale del gatto.
ANIMALI DA SOCIAL
Insomma, non solo attira like sui social a ogni loro foto postata: quando si parla di mici, ogni giorno è quello giusto per festeggiarli. E se lo meritano, visto che condividere la propria vita con loro fa anche bene alla salute, stando a quanto sarebbe stato anche provato dalla scienza secondo una panoramica sul portale Healthline. Hanno effetti calmanti, migliorano il benessere psicologico, riducono mal di testa, mal di schiena e raffreddore, aiutano a essere più felici, sicuri, meno nervosi, a dormire, concentrarsi, affrontare meglio i problemi della vita e scacciare il cattivo umore.
L’ORIGINE DEL GATTO DOMESTICO
Se l’origine del gatto domestico si fa risalire all’Africa come probabile incrocio tra il Felis Silvestris, gatto selvatico europeo delle foreste che tra 900mila e 600mila ancora restava a distanza dell’uomo, e Felis Lybica, gatto selvatico africano che sempre in quel periodo iniziò invece ad avvicinarsi ai centri abitati, quello che noi oggi consideriamo tenerissimo seppur indipendente animale di casa è l’evoluzione di un animale selvatico con il corpo allungato e le zampe corte che cinquanta milioni di anni fa viveva vedendosela con il freddo e il fame pur di mantenere la sua libertà: la scienza lo ha denominato “Miacis” ed era l’antenato non solo del gatto, ma anche del cane e dell’orso. Da questo si è sviluppato il genere Felis, a cui appartiene appunto il gatto.
GATTI COME DIVINITÀ
Il vero e proprio contatto con l’uomo risale al 3000 avanti Cristo quando per gli antichi Egizi vale la convinzione che il gatto e alcune divinità avessero le stesse sembianze. La dea gatta egizia è Bastet, donna dalla testa di gatto spesso rappresentata anche come gatta nera o come leonessa, a cui furono dedicati templi e che stimolava l’amore, la fertilità e la sessualità. Divinità che incarna il calore benefico del sole, nel suo luogo di culto, la città di Per Bast, non lontano dal Cairo, Erodoto racconta che è stata trovata la più grande necropoli di gatti, sepolti a migliaia, spesso con sepolture faraoniche, in gallerie sotterranee e destinati a portare agli dei il messaggio dei loro padroni. Il fatto che al gatto fossero dedicati templi, poesie e invocazioni e che fosse mummificati dopo la morte, ponendoli anche accanto a mummie di topi perché avessero cibo per sempre, sottolinea la sacralità in tutto l’antico Egitto del gatto, che proteggeva i granai dai topi e dunque proteggeva il popolo dalla carestia. Non solo: la devozione per i felini era tale che gli Egizi promulgarono leggi per cui chi ne metteva in pericolo la vita era punito severamente.
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