NO-PROFIT
La nuova vita dei cavalli in 40 ettari
A Capronno, frazione di Angera, un’oasi di amore e pace grazie a un’associazione che difende gli animali
Vagabond è un cavallo di 29 anni che per troppo tempo è stato sfruttato e maltrattato. La sua è una storia triste, come tante ne accadono in Italia, e purtroppo senza lieto fine. Una vicenda portata alla luce da Progetto Islander, un’associazione no-profit nata nel 2012 con l’intento di promuovere una serie di iniziative volte alla difesa del cavallo e alla sensibilizzazione verso la triste realtà dei maltrattamenti. «Abbiamo inviato la segnalazione alle autorità e tantissimi solleciti di intervento rimasti però inascoltati - racconta Nicole Berlusconi, fondatrice e presidente di Progetto Islander -. Durante un nostro sopralluogo abbiamo trovato il cavallo a terra agonizzante, incastrato sotto una staccionata. Solo con questa situazione davanti agli occhi, i Carabinieri hanno disposto il sequestro. Lo abbiamo portato nella clinica più vicina dove gli sono state prestate tutte le cure ma la situazione era gravissima. Vagabond è rimasto lì due settimane, sembrava essersi ripreso ma una volta uscito, dopo pochi giorni non ce l’ha fatta. La rabbia più grande è che se ci fosse stato un intervento immediato, il cavallo avrebbe potuto essere salvato». Per fortuna ci sono però, anche tanti interventi che vanno a buon fine. «Uno degli ultimi effettuati è quello relativo ad un sequestro ad Alessandria – prosegue -. Sette cavalli e quattro asini non curati e denutriti. Ora gli animali stanno tutti recuperando e sono pronti all’adozione. Lottiamo ogni giorno per far sì che non ci siano altri Vagabond ma è davvero difficile».
Progetto Islander Onlus ha sede in 40 ettari di terreno nell’azienda agricola La mia terra di Capronno, una frazione del comune di Angera dove, solo negli ultimi tre mesi sono arrivati oltre quaranta animali: tutti sequestrati grazie alle segnalazioni di privati e alla collaborazione con le forze dell’ordine e l’ATS. Cavalli ma anche asini, muli e bardotti che l’associazione si occupa di riabilitare dal punto di vista psico-fisico dopo che hanno subito tremendi reati di maltrattamento. «Le attività che svolgiamo sono diverse - spiega Isabelle Bielli, responsabile adozioni a distanza dell’associazione -. In primis il team e i volontari si prendono cura dei cavalli salvati; li controlliamo tutti giornalmente per evitare che sorga qualsiasi tipo di problema. Solitamente la mattinata è dedicata alle medicazioni e alle visite dei cavalli più deboli che magari sono appena arrivati. Una parte fondamentale del lavoro è lo smistamento delle segnalazioni che ci arrivano da tutta Italia riguardo equidi e a volte anche altri animali. Quando prendiamo in carico le segnalazioni facciamo controlli approfonditi, purtroppo nella maggior parte dei casi dobbiamo intervenire e, con l’aiuto delle autorità, sequestrare gli animali. Le giornate al centro sono tutte diverse proprio perché spesso capitano imprevisti, e noi dobbiamo sempre essere pronti e flessibili per salvare e curare il maggior numero di animali». E anche nel nostro territorio gli interventi sono frequenti. «Purtroppo si - precisa Isabelle -. Abbiamo sul campo più persone sensibilizzate e istruite sul benessere del cavallo che quindi notano maggiormente alcune situazioni di maltrattamento; di conseguenza le segnalazioni sono molte. Arrivano comunque da tutta Italia e forse le situazioni peggiori si trovano in Sicilia».
Progetto Islander si impegna attivamente nel portare alla luce dinamiche spesso tenute nascoste e si prodiga nella ricerca di fondi che supportino il recupero dei cavalli maltrattati che, una volta riabilitati, vengono dati in affidamento e adozione secondo procedure e norme prestabilite. Progetto Islander si fa carico di tutte le spese di mantenimento, trasporti, cure veterinarie e spese legali. L’associazione non riceve alcun contributo, vive solo di donazioni e La Mia Terra, sede del Centro di Recupero di Progetto Islander, ospita gratuitamente gli animali nelle sue strutture. «I costi di mantenimento degli animali sono tutti a carico nostro - conferma Nicole Berlusconi -. Le difficoltà sorgono quotidianamente, a causa di una burocrazia troppo lenta, delle autorità che troppo spesso danno prescrizioni invece di intervenire nell’immediato o addirittura non riconoscono il maltrattamento. Servirebbe inoltre un inasprimento delle pene e una legge che permetta di eseguire l’intervento in tempi più rapidi».
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