BENESSERE
Per la salute dei nostri animali da compagnia
In Italia medici veterinari sempre più professionali. Ecco alcune informazioni utili da sapere
L'incontro in Italia tra medico veterinario e pazienti a quattro zampe sta diventando sempre più importante se si vuole assicurare una corretta gestione delle cure ai nostri animali da compagnia.
Da tale esigenza è nata la figura del medico veterinario Primary Care, un progetto didattico itinerante ideato dalla Società culturale italiana dei veterinari per gli animali da compagnia (Scivac), con il sostegno di Boehringer Ingelheim Animal Healt, società sempre disponibile nell'investire sulla formazione nel nostro paese dei veterinari. L'iniziativa si propone di supportarli in due obiettivi ben precisi: da un lato raggiungere il miglior risultato possibile per il benessere e la salute dei pazienti a quattro zampe e dall’altro formare un profilo professionale moderno, sempre più richiesto dal mercato.
«Stiamo parlando di competenza e qualità - fa presente Walter Bertazzolo, responsabile scientifico dell’itinerario didattico di Primary Care - per fare fronte a una figura professionale molto importante in Italia».
A questo punto viene d'obbligo una domanda: quanti sono nel nostro Paese gli animali da compagnia? Da una recente indagine risultano essere 53,1 ogni 100 abitanti, con i cani in pole position. Siamo al secondo posto in Europa, dopo l'Ungheria, con 54 animali e prima della Francia con 49,1.
Nel 2022 Euromonitor ha stimato che complessivamente siano presenti nelle case degli italiani 65 milioni di animali da compagnia. Quasi 19 milioni i cani e i gatti, gli acquari delle famiglie italiane sono popolati da 30 milioni circa di pesci. E' stata stimata inoltre la presenza di 13 milioni di uccelli ornamentali, mentre i piccoli mammiferi e i rettili sono rispettivamente 1,8 e 1,4 milioni di esemplari.
Dati più recerti sul numero degli animali da compagnia sono quelli aggiornati di anno in anno dall'Anagrafe degli animali d'affezione, cioè un registro nazionale dei cani, gatti e furetti, tutti identificabili mdiante un microchip.
L’Anagrafe degli animali d’affezione è controllata dal Ministero della salute, in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali che inviano, oltre al codice dell'identificativo (microchip o tatuaggio), informazioni relative alla specie animale (cane, gatto, furetto), alla razza e al sesso dell'animale.
La registrazione è fondamentale perchè, oltre a rendere più facile la restituzione dell’animale al proprietario in caso di smarrimento, garantisce la certezza dell’identificazione, rappresenta un efficace strumento di dissuasione all'abbandono dell'animale, favorisce studi e interventi nella prevenzione e nella cura delle diverse malattie.
La registrazione dei cani nelle banche-dati regionali e che confluiscono poi in quella nazionale, è obbligatoria, mentre l’iscrizione di gatti e furetti è su base volontaria, sempre se non si ha la necessità di chiedere alla Polizia il passaporto dell'animale per portarlo all'estero. In questo caso diventa obbligatoria.
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