VIOLENZA
«Spedizione punitiva voluta dalla mia ex»
Rissa a gallarate: la dichiarazione a sorpresa del marocchino ora in carcere per maltrattamenti in famiglia
«Sono una delle vittime della rissa dell’altra sera, anzi sono l’obiettivo del pestaggio. I sudamericani me li ha mandati mia moglie per vendicarsi»: è difficile, al momento, capire se le dichiarazioni del marocchino arrestato ieri, giovedì 23 maggio, per maltrattamenti in famiglia siano solo millanterie. Ma quando i carabinieri sono andati a prenderlo per dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare del gip Stefano Colombo lo hanno trovato con la testa fasciata.
VERSIONE DA VERIFICARE
Due sere prima - stando almeno alle sue parole - la lesione gli era stata medicata al pronto soccorso. La sensazione è che l’uomo abbia attinto da un fatto di cronaca un abbozzo di linea difensiva, ma è comunque una pista da seguire. Il trentanovenne, che è assistito dall’avvocato Camillo Ferioli, sarà interrogato entro domani e con ogni probabilità tornerà sull’argomento. Possibile una spedizione punitiva, organizzati da parenti e amici di una donna perseguitata, si sia allargata a macchia d’olio, coinvolgendo altri stranieri che bazzicano in stazione, molti dei quali senza dimora e con la propensione alle risse?
VIOLENZE DOMESTICHE
Di certo la sudamericana - che ha dieci anni in più del maghrebino - non aveva vita facile. A settembre del 2023, sfinita dalle violenze domestiche, se n’era andata di casa e aveva chiesto la separazione giudiziale. Ma per il marocchino la sua decisione non aveva alcun valore: non accettando l’allontanamento della moglie ha continuato a tormentarla. Ad aprile il giudice civile aveva emesso un ordine di protezione, disatteso dal quarantanovenne che lo scorso 11 maggio l’ha bloccata in via Borghi, l’ha spintonata e strattonata e ha minacciato di ammazzarla. La donna è fuggita di corsa e ha chiesto rifugio in commissariato. Un episodio ancor più grave era accaduto a marzo, sempre in via Borghi: l’uomo, sbucato all’improvviso, iniziò a insultarla, avvertendola che le avrebbe sfasciato la macchina oltre che la faccia e poi le sferrò un pugno sul volto.
Non stupirebbe se, in attesa dell’intervento dell’autorità giudiziaria, la quarantanovenne si fosse sfogata con qualche connazionale di indole vendicativa. Ma il marocchino dovrà ponderare con attenzione ciò che dichiarerà agli inquirenti: rischia infatti l’accusa di calunnia, nel caso fossero tutte invenzioni, o quella di rissa se davvero era nel mucchio che martedì sera si è preso a sprangate e bastonate.
TESTIMONIANZE E FILMATI
Gli investigatori stanno raccogliendo tutte le testimonianze possibili e visionando i filmati di qualsiasi telecamera fosse in funzione. Con ogni probabilità acquisiranno il verbale del pronto soccorso a cui ha fatto cenno il trentanovenne e verificheranno la sua ricostruzione dei fatti. Sempre che non la ritratti.
© Riproduzione Riservata