MOTORI
Roma, la Ferrari che fa discutere
Ogni volta che nasce una Ferrari è sempre una grande emozione. Le supercar di Maranello si fanno attendere, scatenano curiosità e desiderio, instillano negli amanti delle auto la voglia di “posare loro le mani addosso”, o almeno di poggiare lo sguardo sopra, dentro e sotto la loro carrozzeria.
Non fa eccezione la nuova coupé 2+ di Maranello, che ha avuto l’onore di farsi immortalare davanti ai più famosi monumenti della città che le dà il nome e di essere presentata al più illustre cittadino della Capitale (e della Repubblica).
La Roma – questo il nome della neonata del Cavallino – ha infatti debuttato al Quirinale, facendosi apprezzare dal presidente Sergio Mattarella per il suo mix di eleganza, innovazione ed eccellenza tecnologica. Quest’ultima emerge da molti elementi della vettura, a partire dal propulsore, il poderoso otto cilindri a V di 90° turbo da 3.855 cc collocato in posizione anteriore-centrale, che sviluppa la bellezza di 620 cavalli tra 5.750 e 7.500 giri e 760 Nm di coppia tra 3.000 e 5.750 giri. Si tratta di un motore pluripremiato e dotato di tecnologie per la massima soddisfazione del guidatore, sia per la reattività nell’accelerazione (ottimizzata dal sistema di gestione variabile del “boost”) sia per il sound (reso entusiasmante dall’eliminazione dei silenziatori e dall’adozione di nuove valvole di bypass negli scarichi).
Ad esso è abbinato un nuovo cambio a doppia frizione e 8 rapporti, che è meno ingombrante e più leggero di 6 chili rispetto alla precedente trasmissione a 7 marce e riesce a coniugare la morbidezza delle cambiate nella guida rilassata e l’immediatezza degli innesti nella marcia sportiva.
Quest’ultima beneficia di un telaio modulare inedito per il 70% dei componenti, che contribuisce a contenere il peso complessivo della vettura in 1.472 chilogrammi, per un rapporto peso/potenza di 2,37 kg/CV e prestazioni esagerate: 0-100 km/h in 3,4 secondi, 0-200 in 9,3 e una velocità massima superiore ai 320 orari.
A tenere a bada tanta esuberanza provvedono l’ala mobile, integrata nel lunotto, che mantiene il posteriore ben saldo a terra anche alle andature più elevate, e una lunga lista di dispositivi elettronici (EPS, VDC, ABS con EBD, traction control F1-TCS, differenziale elettronico E-Diff3, Side Slip Control 6.0, Ferrari Dynamic Enhancer per il controllo dell’angolo d’imbardata, sospensioni magnetoreologiche SCM-E Frs e manettino a 5 posizioni) che sovrintendono sulla dinamica della vettura.
Tutto perfetto e inappuntabile? Quasi. Sebbene tragga ufficialmente ispirazione da due “star” del passato del Cavallino, la 250 GT Berlinetta lusso e la 250 GT 2+2 degli anni Sessanta, la Roma presenta delle linee che a molti hanno fatto venire in mente dei modelli di supercar rivali contemporanee. Nella vista laterale la nuova Ferrari presenta un padiglione e dei passaruota molto simili a quelli della Porsche 911, il muso somiglia (parecchio) a quello delle ultime Aston Martin, Vantage e DBS Superleggera in testa, e la coda risulta sfuggente e affilata come quelle della Mercedes-AMG GT e delle stesse Aston Martin.
Citazioni, ispirazioni, affinità di stile? Probabile, anche se da una Ferrari ci si aspetterebbe sempre l’esclusività e l’originalità che il pedigree del marchio e il prezzo della vettura (quello ufficioso si colloca vicino ai 200mila euro) richiedono. Doti che si ritrovano maggiormente all’interno dell’abitacolo, dove spicca la strumentazione a tre display, due per il guidatore e uno per il passeggero.
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