OSPEDALI
Sanità italiana: le prossime sfide
Approvata di recente la legge sul diritto all’oblio oncologico. Ora altre scommesse attendono le istituzioni
Nel 2023 sono stati raggiunti importanti traguardi, ma sono ancora tante le sfide che attendono le istituzioni, a partire da quelle previste nella Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per disegnare nuovamente l’assetto sanitario, per la riorganizzazione ospedale-territorio, il potenziamento delle reti oncologiche, le cure palliative del dolore, i tumori rari, l’ampliamento dell’accesso ai test genetici, con il coinvolgimento sempre più attivo delle Associazioni dei pazienti ai tavoli decisionali.
L'Intergruppo parlamentare “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, solo pochi giorni fa ha accolto con soddisfazione la legge sul diritto all’oblio oncologico, attesa da migliaia di ex-pazienti, e di recente ha varato il primo Corso di perfezionamento per le Associazioni dei pazienti oncologici e oncoematologici, in collaborazione con l’Università di Pavia.
«Il grande lavoro che abbiamo portato avanti nasce da lontano e poggia sulla nostra volontà di superare quegli ostacoli e quelle disparità che purtroppo vediamo ancora persistere nella cura e nell'assistenza dei malati oncologici e oncoematologici - fa presente Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna ODV e coordinatrice dell'Intergruppo - devo quindi ringraziare tutte le 45 Associazioni che nel corso degli ultimi anni hanno aderito al nostro progetto di advocacy politico-istituzionale, se fino ad oggi alcuni obiettivi che ci eravamo proposti sono stati raggiunti, ma la strada è ancora molto lunga, anche se è aumentata l’attenzione ai bisogni dei malati da parte della società civile e dei decisori politici. Passi avanti sono stati fatti: ad esempio, lo stanziamento di un fondo per implementare il Piano oncologico nazionale di cui dobbiamo ringraziare il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e la legge sul diritto all’oblio oncologico, che consentirà agli ex pazienti di poter accedere a mutui e contratti di varia natura senza per questo dover dare informazioni sulla malattia pregressa. Avanzamenti sono stati fatti anche sul fronte del lavoro, con l’aumento del periodo di comporto per decine di migliaia di pazienti, soprattutto donne, che oltre alla preoccupazione di dover gestire la malattia neoplastica si vedono costretti a continuare la loro attività lavorativa tra mille ostacoli, che noi vogliamo abbattere trovando soluzioni eque e condivisibili con il datore di lavoro. Ma, come dicevo, la strada è lunga. Tante sfide sono all’orizzonte e grazie al PNRR abbiamo anche concrete opportunità per contribuire a migliorare il Sistema Sanità. In questi anni abbiamo creato sinergie fruttuose, crediamo di aver tracciato la strada per il futuro, naturalmente siamo consapevoli che il Gruppo non può farcela da solo, bisogna lavorare in squadra, bisogna intensificare il dialogo diretto con la “buona” politica nazionale e locale, sempre più attenta alle tematiche sanitarie, sempre più motivata dalle richieste di migliaia di malati ai quali diamo voce e ai quali vogliamo continuare a dare ascolto».
Ormai da cinque anni, per iniziativa del Gruppo, vengono conferiti i Cancer Policy Award, un premio unico in Italia per quelle istituzioni nazionali e regionali che si sono distinte nella presa in carico dei pazienti con tumore.
Tra i premiati di quest'anno c'è anche il ministro della salute Orazio Schillaci: «La lotta contro il cancro è una priorità che ci impegna fortemente - ha detto il ministro, nel ricevere il riconoscimento - abbiamo adottato e stiamo finanziando il Piano oncologico nazionale, grazie a questo strumento sosteniamo la ricerca e la prevenzione, la cura dei pazienti, così come i percorsi di riabilitazione, resta il grande problema delle disparità d’assistenza ancora presenti sul territorio, lo stiamo affrontando con la riforma delle reti di assistenza territoriale e ospedaliera e con il grande impulso all’assistenza domiciliare».
Su questo specifico argomento è intervenuto Carmelo Gagliano, della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche: «L’infermiere del futuro avrà la responsabilità di garantire al cittadino una presa in carico assistenziale team leader con l’équipe multiprofessionale, in modo da rispondere a tutti i bisogni del malato, della sua famiglia e della comunità in cui vive. Questa logica è nello spirito del PNRR, che incentiva l’assistenza a domicilio sul territorio. Un infermiere che avverte i bisogni prioritari del paziente e insieme agli altri professionisti ne valuta i bisogni, potrà anche garantire la continuità dell’assistenza, l’adesione terapeutica alle cure, evitando inutili ricoveri e la conseguente de-ospedalizzazione. E' assurdo che una persona malata debba lasciare il proprio domicilio, recarsi in ospedale, eseguire un prelievo di sangue, tornare a casa e attendere gli esami per ottimizzare la terapia. Noi come infermieri ci proponiamo di essere quella figura che favorisce l’assistenza in prossimità di dove vive il cittadino/paziente, il malato cronico, l'anziano fragile».
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