IL RIMPASTO
Se ne va anche Ferrario
Dopo Riva, il vicesindaco riconsegna le deleghe. E Farioli accetta l’assessorato

Avrebbe dovuto essere un rimpasto numericamente contenuto.
Anzi, visti i tentennamenti continui, avrebbe anche potuto risolversi in nulla.
Invece negli ultimi due giorni la giunta di Busto Arsizio si è avviata verso una vera rivoluzione. Infatti, dopo che martedì 26 settembre l’assessore forzista a lavori pubblici, patrimonio e verde Alberto Riva aveva riconsegnato le sue deleghe nelle mani del sindaco Emanuele Antonelli, ieri, giovedì 28 settembre, anche il vicesindaco Stefano Ferrario - incaricato di sport e commercio - ha fatto la medesima scelta.
Spetterà quindi al primo cittadino decidere ora la sorte di entrambi, soprattutto valutare come gestire questo terremoto e strutturare il percorso successivo.
«A questo punto - spiega Antonelli - mi prendo qualche giorno di tempo per fare tutte le valutazioni del caso e decidere come agire. Punto a chiudere il prima possibile questa vicenda, facendo le doverose riflessioni politiche e personali su quanto sta accadendo».
Così, quello che in origine si immaginava al massimo come un cambio secco in squadra fra Riva e l’ex sindaco Gigi Farioli, probabilmente si trasformerà in un cambiamento più radicale di uomini e competenze in municipio. E allora, pur avendo ottenuto l’assenso da Farioli, che ha accettato l’offerta di diventare assessore in questa fase delicatissima del mandato (argomento di cui il direttivo di Forza Italia ha discusso nella tesissima riunione di ieri sera), Antonelli ha però scelto di rimandarne l’ingresso in giunta fino al momento in cui non avrà deciso come sistemare tutti i tasselli. Quali?
In primis, ovviamente, c’è il caso Ferrario, uscito indebolito dopo gli sviluppi delle vicende interne alla Lega e finito sotto pressione, fino al punto di rimettere i propri incarichi. Sicuramente il ruolo di vicesindaco finirà all’attuale assessore all’Urbanistica - pure lei esponente padana - Isabella Tovaglieri. Per il resto, si ragiona se procedere all’inserimento di un altro leghista, mentre per ora Antonelli - oltre a cercare di mettere assieme un quadro sempre più caotico - si ritrova oggi a seguire una mole esorbitante di deleghe, senza avere ovviamente il tempo per star dietro a tutte le incombenze. Ma finché non troverà l’equilibrio giusto per ripartire, si sacrificherà e proverà a fare il possibile. Il tutto con buone possibilità di trattenere per sempre la supervisione delle opere pubbliche, sempre che gli altri settori si riescano a incastrare in maniera adeguata fra le capacità dei componenti di quella che sarà la sua nuova giunta.
Per Farioli, intanto, si prospetta un ruolo che ne valorizzi l’esperienza maturata nell’ultimo decennio alla guida di Palazzo Gilardoni, quindi affidandogli il personale pubblico, forse il commercio e le strategie sulle partecipate. Scelte che andranno anche a modificare le deleghe dell’altro forzista Alessandro Chiesa, mentre proprio l’universo berlusconiano sta tentando l’assessore ai Servizi sociali Miriam Arabini e tutto l’universo che ha spalleggiato con una lista civica l’elezione del sindaco per confluire in un progetto unico. Ma questi sono solo dettagli in una trattativa sul rimpasto che negli ultimi giorni si è complicata e inasprita.
«Non è un momento facile, lo ammetto - ribadisce il reggente dell’amministrazione comunale - ma proprio per questo spero che si riesca a intavolare un discorso sereno e rispettoso di tutti, proprio per rilanciare l’impegno quotidiano nella gestione della cosa pubblica che è quanto serve davvero a Busto Arsizio».
Una posizione che trova già il massimo appoggio di Carmine Gorrasi, segretario forzista, che a sunto di quanto sta accadendo lancia l’auspicio: «Chiediamo al sindaco di assumere la leadership della maggioranza per delineare le priorità dell’azione amministrativa e far ripartire la giunta con il nuovo assetto che verrà definito in questi giorni».
Nel frattempo la scelta di un commissario in casa Lega - ovvero Marco Pinti - dovrebbe rendere più agevole la trattativa con il fronte padano, dopo che i poteri alle figure di spicco del movimento cittadino sono stati azzerati per un po’ di tempo. Ma è solo un piccolo tratto di discesa in un percorso che per il resto è invece scandito dalle salite. Dalle pendenze vertiginose.
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