Sport e traumi. In Humanitas Mater Domini, un punto di riferimento per atleti e sportivi amatoriali
Praticare attività sportiva con regolarità è una scelta molto importante non solo per il benessere fisico, ma anche per quello mentale: aiuta a mantenere uno stile di vita sano, allenta il livello di stress e riduce l’insorgenza di malattie, non solo cardiovascolari.
Calcio, pallavolo, basket, tennis, running, nuoto: questi sono solo alcuni degli sport più praticati, per passione o divertimento. Come gli sport non sono tutti uguali, così anche le articolazioni coinvolte e i traumi sono diversi. Ma il rischio di incorrere in infortuni non deve frenare la passione per lo sport. Ad esempio, la lesione del legamento crociato o del menisco è molto frequente nel calciatore e nello sciatore. Le lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori possono infiammarsi nel nuotatore, ma anche se si gioca a tennis. Padel o i traumi a carico delle articolazioni delle dita e del polso sono tipici della pallavolo, pallacanestro o pallanuoto.
Cosa fare per prevenire i traumi sportivi?
Per diminuire la probabilità di incorrere in infortuni e praticare sempre l’attività sportiva in sicurezza, è bene seguire adeguati programmi di allenamento, che devono prevedere riscaldamento, stretching e percorsi di tonificazione muscolare per garantire un buon sostegno alle nostre articolazioni.
Nell’ambito del trattamento e del percorso di cura del paziente sportivo, Humanitas Mater Domini ha organizzato una serata con i medici di medicina generale, con l’obiettivo di coinvolgerli e informarli sulle nuove terapie, sulle tecniche chirurgiche e ricostruttive per le più frequenti patologie articolari all’interno di un percorso dedicato allo sportivo.
“Qualunque sia il problema, in Humanitas Mater Domini è presente un’équipe di specialisti di Ortopedia e Traumatologia dello Sport. I medici seguono lo sportivo professionista o amatoriale con percorsi di cura che consentono un ritorno all’attività sportiva in sicurezza e senza dolore”, spiega il dottor Fabio Zerbinati, responsabile Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale e specialista nei centri medici Humanitas Medical Care.
L’équipe di specialisti di Ortopedia e Traumatologia dello Sport dell’istituto di Castellanza, infatti, si occupa a 360° della salute dell’apparato muscolo-scheletrico sia dello sportivo professionista sia dell’amatoriale. In particolare, sono trattati i traumi e le condizioni dolorose della spalla (incluse le lesioni a carico dei tendini della cuffia dei rotatori), del gomito (incluso borsiti, gomito del “tennista” o del “golfista), del ginocchio (incluse le lesioni dei legamenti crociati, meniscali e multilegamentose), della caviglia (incluse lesioni legamentose e articolari osteo-cartilaginee), traumi e dolori al piede, traumi distorsivi e stiramenti muscolari.
Quando rivolgersi a uno specialista? Attenzione ai campanelli dall’arme
Se durante l’attività sportiva si avvertono sintomi sospetti (dolore, limitazione funzionale, tumefazioni, ecc.), oppure nel caso di un trauma, il consiglio è sempre approfondire l’origine dei disturbi.
“Il nostro team affianca lo sportivo con un percorso di diagnosi e trattamento personalizzato sulle specifiche esigenze e condizioni fisiche, valutando le terapie più idonee (inclusa la medicina rigenerativa) e l’eventuale chirurgia ricostruttiva per trattare le diverse lesioni e riacquistare la capacità articolare e funzionale che consente allo sportivo di ritornare alla propria attività”, conclude il dottor Antonio Giardella, Capo Sezione Ortopedia e Traumatologia dello Sport di Humanitas Mater Domini.
Come sempre accade, la prevenzione inizia da una corretta informazione. Per questo Humanitas Mater Domini da sempre è coinvolta in incontri di formazione e prevenzione su diversi temi legati alla salute. Continueranno, infatti, nella primavera 2024, gli incontri di prevenzione in LIUC - Università Cattaneo con gli specialisti dell’ospedale, con lo scopo di informare e sensibilizzare, non solo gli studenti ma la cittadinanza tutta, sul tema delle patologie articolari nei pazienti sportivi. Un passo in più nella direzione di fare cultura della salute.
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