VAL D’EGA
Sulle ferrate per sentire le montagne tra le mani
Correre lungo pallide pareti rocciose passando per crepacci e ghiaioni
Scalini di roccia, scale di ferro e creste sono elementi ricorrenti in Val D’Ega, splendida zona dell’Alto Adige, che comunica un senso di balsamica libertà, nella quale è tuttavia necessario immergersi con passo deciso, attrezzatura adeguata e la consapevolezza delle proprie capacità.
Per esempio sono necessarie 5 ore per salire i 6,3 km della via ferrata intorno e sulla cresta del massiccio meridionale del Catinaccio (eggental.com). Dall’arrivo della seggiovia Paolina da Carezza, il sentiero Masaré porta al rifugio Roda di Vael a 2.280 metri. Da lì, la via ferrata conduce lungo la cresta meridionale del Catinaccio attraverso cenge, camini e torri di roccia. Giunti in vetta, si può scendere direttamente al rifugio Roda di Vael o aggiungere l’ulteriore via ferrata sul massiccio.
Dove osano le aquile si può percorrere anche il sentiero panoramico Masaré, che all’inizio tocca un’imponente aquila bronzea, in posizione spettacolare, di fronte alle possenti pareti del massiccio del Catinaccio. Il monumento è dedicato a Theodor Christomannos, che ebbe l’idea di costruire la Strada delle Dolomiti che porta da Nova Levante a Cortina. Il percorso di 8.1 km, dura circa 2 ore e 30 minuti: partendo dalla stazione a monte della seggiovia Paolina a 2.125 metri, il percorso segue i sentieri (539) e (549) fino al rifugio Fronza alle Coronelle a 2.337 metri, e poi ritorna alla seggiovia Paolina attraverso i sentieri (549) e (552).
Per non correre rischi, migliorare la tecnica e controllare gli strumenti, è possibile rivolgersi alle guide alpine della Val d’Ega e farsi consigliare dagli esperti.
© Riproduzione Riservata