LA VARIABILE
Verso l’equità di genere nell’ambito della salute
In Italia persiste una forte disparità tra uomo e donna: il tema trattato nel “Libro Bianco 2023” di Fondazione Onda
Il genere è determinante per la salute anche se persiste da sempre un impatto negativo, in termini di appropriatezza sanitaria, nei confronti delle donne. Le disparità riguardano non solo la donna come paziente, ma anche come medico e ricercatrice. Questa variabile di genere non viene sempre considerata, soprattutto nella ricerca epidemiologica e nello sviluppo della digital health, privando così le donne di molti possibili benefici.
Eppure, in Italia, il numero delle studentesse di medicina supera ormai quello degli studenti maschi e da trent'anni le donne medico son in continua crescita, ad eccezione della chirurgia. Comunque, solo l’8,3% delle donne medico riveste un incarico dirigenziale, a fronte del 20,6% dei colleghi maschi. Un'ultima indagine sulla disparità di genere nell’ambito della salute e della ricerca scientifica: è il tema conduttore del Libro Bianco 2023 sulla salute della donna, realizzato dalla Fondazione Onda con il contributo incondizionato di Farmindustria e presentato giorni fa in Senato per iniziativa della senatrice Maria Domenica Castellone. Nel volume, intitolato “Verso una equità di genere nella salute e nella ricerca”, si fa riferimento alle molte diseguaglianze di genere, che il Covid-19 e la recente crisi internazionale hanno acuito.
«Uguaglianza ed equità sono due concetti talvolta intesi erroneamente come sinonimi - dichiara Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda - invece l’uguaglianza presuppone di poter fruire dei medesimi diritti, indipendentemente da qualsiasi differenza, e l’equità si basa sulla modulazione degli interventi in relazione alle differenze, alle specificità, ai bisogni; l’uguaglianza è dunque il punto di partenza, mentre l’equità è l’obiettivo finale, il punto di arrivo, che consente di garantire a tutti le medesime opportunità».
L’auspicio di quest'ultimo Libro Bianco (IX edizione) è che le idee e le esperienze condivise possano stimolare riflessioni e nuove progetti per una equità di genere nella salute. Il volume svolge, nella prima parte, un’analisi del genere come importante fattore sociale di salute, a livello mondiale: le donne rappresentano ancora i due terzi dei 771 milioni di adulti analfabeti, a parità di qualifica vengono presi al lavoro più uomini che donne e le assunte hanno una retribuzione inferiore.
In Italia le donne diventano madri sempre più tardi, con un’età media al primo parto di 32,4 anni. La gravidanza non rappresenta più il momento centrale nella vita di una donna e spesso viene vissuta come una limitazione alla realtà personale. Le donne hanno una aspettativa di vita maggiore rispetto agli uomini, ma nel sesso femminile gli anni di sopravvivenza sono caratterizzati da un carico più alto di disabilità.
Nella popolazione geriatrica prevalgono sempre più le donne, il che comporta nel futuro un cambio strutturale delle politiche sanitarie, nei contesti più diversificati, su cui il volume si sofferma: malattie rare, disabilità, sesso in età avanzata, violenza sulle donne, la popolazione straniera e quella carceraria. E' ormai accertato che le cellule maschili e quelle femminili reagiscono in modo diverso a stimoli chimici e ambientali, ma nella maggioranza degli studi preclinici non viene riportato il sesso dell’organismo da cui le cellule vengono prelevate.
Le differenze di genere consentiranno interventi più mirati e lo sviluppo di percorsi di prevenzione, diagnosi e cura specifici. Affrontare questo divario è fondamentale per raggiungere quei benefici per la salute che le tecnologie digitali potranno portare in futuro alle donne.
«Fondazione Onda è da sempre in prima linea nella diffusione della medicina di genere e da anni collabora con l’Istituto superiore di sanità per portare avanti obiettivi comuni - conclude Elena Ortona, direttore del Centro di medicina di genere all'Istituto - primi tra tutti, l’eliminazione delle disuguaglianze, il raggiungimento dell’equità e dell'appropriatezza nelle cure. Considero la pubblicazione del Libro Bianco 2023 un passo avanti importante per il raggiungimento di questi obiettivi e per operare un cambiamento di prospettiva che veda la persona, sia uomo che donna, al centro dei percorsi di cura».
© Riproduzione Riservata