IL DERBY
Como vende l’aria. Varese la respira
L’ultima trovata commerciale in riva al Lario dove il turismo continua a crescere. Le ragioni del divario con la Città Giardino
L’idea non è nuova ma resta curiosa, bizzarra. È in vendita la lattina dell’aria del lago di Como, “Lake Como air” sul prodotto che costa 9.90 euro. Si tratta, ovviamente, di un souvenir che punta sull’ormai prestigio turistico del capoluogo lariano, una delle mete più gettonate in Lombardia.
Dell’aria di Como ne sta parlando mezzo mondo: articolo sul Times, servizio della Cnn. Tutta manna per la città “rivale” di Varese, da sempre tra le due c’è antagonismo non solo sportivo, che negli anni ha visto crescere in modo esponenziale la propria notorietà oltre confine grazie anche al traino di un influencer come George Clooney e ai successi del Como calcio, approdato in A, e del suo proprietario che investe senza porsi limiti.
Il turismo in riva al Lario parla tutte le lingue del mondo. E non solo d’estate. Domenica scorsa, 17 novembre, una giornata che sarebbe dovuta essere anonima (novembre mese fiacco per il commercio e la temperatura era freddina), nel centro di Como c’era la consueta folla. Chissà che cosa sarà nel periodo natalizio...
Alcune riflessioni che servono a spiegare questo divario tra Como e Varese. La prima: il capoluogo lariano è baciato dal punto di vista ambientale. Il lago è in centro, accarezza l’isola pedonale, e la funicolare di Brunate (lunga e suggestiva, con panorama mozzafiato) è sempre lì, attaccata, a due passi. I negozi: ci sono i grandi brand che però “competono” con tante attività non riscontrabili altrove, fatte di vetrine uniche, personalizzate, e prodotti tipici anche nell’abbigliamento e negli articoli per la casa. Qualche esempio per fare luce: una linea di moda, creata da una nota griffe, che s’ispira a Como; accappatoi e salviette con la denominazione Como; il profumo essenza di Como; le borse col marchio Como che sono arrivate anche sugli scaffali di Harrods a Londra. Le suggestioni per i turisti non mancano.
Va anche detto che la cura del centro è, ovviamente, spiccata: non c’è una carta per terra (svizzeri, tedeschi e americani aborrirebbero); l’Esercito, le forze dell’ordine e la polizia locale sono presenze che si notano.
Certo, questa esplosione dei “vicini” irrita un po’ Varese che non se la passa altrettanto bene: in centro, il commercio e i servizi di ristorazione non stanno vivendo un momento felicissimo. Giudizio troppo pessimistico? Forse. Ma la realtà di un giretto nei due centri storici è impietosa. Mettiamoci pure che l’erba del vicino è sempre più verde, però i numeri del turismo e del volume del commercio al dettaglio non mentono.
Può essere di stimolo questo magic moment di Como per migliorare anche a Varese dove l’aria, ancora non imbottigliata, è buona, anzi di più.
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