IN TRIBUNALE
«Mi maltrattava. Anzi, no. Ho detto delle bugie»
Denunciò il marito, ma in Tribunale ritratta: «Ho mentito con i carabinieri solo perché avevo bisogno del passaporto per tornare in Tunisia»
«Non è vero che mio marito mi maltrattava. Ho detto delle bugie, l’ho fatto solo perché avevo bisogno del mio passaporto per tornare in Tunisia». Ed è proprio dal Paese nordafricano, con un collegamento in videoconferenza, che l’immigrata ieri - giovedì 21 novembre - ha ritrattato davanti ai giudici del Tribunale di Varese le accuse che aveva invece messo nero su bianco nella caserma dei carabinieri di Azzate. Accuse che hanno portato il padre dei suoi figli a processo per i reati di maltrattamenti in famiglia (che peraltro sarebbero avvenuti davanti ai due bambini e al nipote della coppia, anch’egli minorenne, che viveva con loro) e lesioni personali.
I FATTI
Dopo la denuncia, nel luglio del 2023, la donna fu trasferita in una comunità protetta, insieme con i figli. E da lì, tornata finalmente in possesso dei documenti per l’espatrio che il compagno si rifiutava di darle, scappò per ritornare in patria, dove è rimasta (senza nemmeno completare le pratiche per la separazione). Agli inquirenti raccontò di sentirsi oppressa da un marito che non le consentiva di comunicare con l’esterno e che l’avrebbe addirittura picchiata durante la gravidanza. «Ho già detto che è tutto falso», ha risposto al pubblico ministero Marialina Contaldo che le chiedeva se confermasse le dichiarazioni fatte durante le indagini ai carabinieri, «intervenuti perché il marito stava picchiando la moglie», come ha riferito in aula un maresciallo. La persona offesa aveva anche raccontato che il marito impediva al nipote di uscire di casa e di frequentare i coetanei. Contraddittoria la testimonianza dello stesso nipote: «Non mi lasciava uscire, ma perché non parlavo bene l’italiano. Ero un po’ libero...». Il ragazzo ha ammesso di aver sentito lo zio minacciare la moglie «perché a lei non piaceva stare qui. La faceva uscire di casa? No. Solo qualche volta, per andare a fare la spesa. Comunque non era libera. Lei aveva amici? No. Anzi, si vedeva con una famiglia di vicini di casa». Il ragazzo ha confermato l’episodio in cui l’imputato avrebbe dato un pugno su un braccio alla moglie. «La picchiava? A volte l’ho visto con i miei occhi, altre volte sentivo urlare dalla mia cameretta».
L’IMPUTATO RESPINGE LE ACCUSE
Il quarantanovenne tunisino, difeso dall’avvocato Veronica Ligorio, respinge tutte le accuse. Ammette le frequenti liti con la moglie che voleva andarsene dall’Italia e tornare a casa, ma nega di averla picchiata o vessata. L’imputato potrà raccontare la sua versione dei fatti nella prossima udienza, all’inizio di febbraio 2025.
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