AL CIRCOLO
Un esercito di malati: ogni mese 4.500 in Pronto soccorso
La cura contro il sovraffollamento. Ottocento ricoveri ogni 30 giorni: trovare posto a tutti i pazienti non è facile. Ospedale nuovo nato piccolo?
La fotografia della situazione è la seguente: 4.500 persone ogni mese arrivano al Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese. La media giornaliera è di circa 140 persone e fluttua tra i 130 e i 18. Due le differenze sostanziali rispetto al pre-Covid: i numeri complessivi sono diminuiti ma si stanno rialzando a mano a mano che la pandemia si allontana e, soprattutto, non vi sono più grandi differenze tra la stagione invernale e quella estiva.
BIANCHI: «PERCENTUALE DI POPOLAZIONE GERIATRICA PIÙ ALTA D’ITALIA»
I pazienti che si ricoverano sono circa 800 al mese, il 18 per cento. Un numero che non deve sorprendere, anche perché «siamo l’area con la percentuale di popolazione geriatrica più alta d’Italia», sottolinea il responsabile del Ps Massimo Bianchi. E dunque pazienti con più patologie che magari arrivano al Circolo per un problema ma che devono essere presi in carico in modo complessivo. Inutile sottolineare che il collo di bottiglia è quello della “salita” dei pazienti nei reparti. E anche se a breve dovrebbe aprire la cosiddetta admission room, al terzo piano, cioè lo spazio per i pazienti che arrivano dal Pronto soccorso e che attendono di essere inviati nel reparto giusto, al momento la situazione è la seguente: ogni giorno vi sono anche 40 persone da ricoverare. I posti vengono cercati dal bed manager, che gestisce l’appropriatezza dei ricoveri, lavoro complicatissimo. I pazienti al Ps sono in spazi dove alcuni lavori sono stati eseguiti per eliminare la cosiddetta barellaia. Lavori non ancora conclusi. Arriveranno in settimana i divisori; le postazioni hanno una testata illuminata e prese dove ricaricare il cellulare, mentre quasi tutte le barelle sono state sostitute con modelli più nuovi. Sono state create una sala per la pulizia e l’igiene e una sala chirurgica attrezzata, e spazi nuovi di accoglienza. Si attende un nuovo bancone per gli infermieri che consentirà di tenere sotto controllo tutti i pazienti. Nei corridoi, però, ancora vi sono spesso alcuni pazienti “appoggiati”: sono appunto quasi sempre gli onboarding cioè i ricoverati ufficialmente ma in attesa di avere un posto in reparto. L’ambulatorio codici minori - esperienza fatta in passato - è ripreso nei mesi scorsi e consente di sgravare il Ps di molte persone, oltre che di velocizzare i tempi di attesa. In Ps al Circolo vi è del personale amministrativo che gestisce la comunicazione con i parenti dei pazienti in osservazione. Le figure amministrative saranno aumentate anche per sgravare gli infermieri al triage.
AVERE POSTI LIBERI È COMPLICATO
Da qualunque punto si guardi la situazione, è difficile non pensare che sia nato piccolo l’ospedale di Varese dell’Asst Sette Laghi, che è un hub e dunque ha un bacino di utenza immenso ma soprattutto richiama i pazienti più gravi anche da altre province. Semplicemente, un ospedale con pochi posti letto, motivo per cui al Pronto soccorso si sta a lungo e difficile è trovare sbocco nei reparti. Che hanno tanti malati da gestire e dunque avere posti liberi è complicato per un turn over che non ha nulla di strano. I manager della sanità avranno di certo da ridire rispetto alla nostra analisi da profani. Si attendono risposte concrete, consapevoli del fatto che per guarire la situazione ci vorranno forse anni.
Il servizio completo sulla Prealpina di domenica 29 settembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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