DOPO UNA SETTIMANA
Il prefetto ferma l’ordinanza anti-maranza
Contestata la mancata comunicazione preventiva e la competenza sul divieto di assembramento. Fino alla modifica, nessuna sanzione

Nessuna comunicazione preventiva al prefetto e una parte del provvedimento (quella relativa al divieto di assembramento) esula dalle competenze del sindaco: per il prefetto Salvatore Pasquariello l’ordinanza anti-maranza deve essere modificata. E nel frattempo le Forza di polizia non potranno contestare questo reato.
TEMPI NON CORRETTI
Nel documento inviato al sindaco Andrea Cassani (e per conoscenza anche al questore Carlo Mazza e al comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Marco Gagliardo) il prefetto evidenzia due mancanze in merito all’ordinanza anti-maranza che è entrata in vigore venerdì 9 maggio. Il primo punto contestato al capo della giunta di centrodestra (che ha firmato il provvedimento) riguarda il mancato rispetto dei tempi previsti. Qui il riferimento è all’articolo 54, comma 4°, secondo periodo del D.Lvo. n. 267/2000 che indica come “i provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto”. «Si constata, in proposito – si legge nel documento – che nel caso di specie l’ordinanza in argomento è stata comunicata allo scrivente (ovvero il prefetto Pasquariello, ndr) solo in seguito alla sua sottoscrizione».
FUORI COMPETENZA
C’è poi il punto del provvedimento (in vigore dal 9 maggio al 31 agosto 2025, dalle 21 alle 6) che prevede il divieto di assembramento «con modalità che ledono il bene giuridico della sicurezza urbana o possono suscitare timore per l’incolumità delle persone o intralcio alla circolazione, compromettendo la libera fruibilità dei luoghi». Nell’ordinanza sono considerate forme di assembramento vietate «quelle realizzate sedendosi su marciapiedi, gradini o sporgenze posti/e in strade, piazze o adiacenti agli immobili, nonché quelle in cui è presente musica o vengono consumate bevande o vengono perpetrati schiamazzi/urla o che costituiscono motivo di timore per l’integrità dei veicoli, nonché la permanenza adiacente a monumenti o immobili pubblici o privati». Un provvedimento che, per il Prefetto, «esorbita» dalle competenze del sindaco Cassani e che «si pone in contrasto con la consolidata giurisprudenza del giudice amministrativo in materia». Perché? «La disposizione in esame, infatti – spiega il Prefetto –, difetta della tassatività richiesta ai provvedimenti aventi carattere emergenziale e non indica le norme giuridiche eventualmente poste a suo fondamento». Da qui l’invito «a voler rettificare l’ordinanza in oggetto nel rispetto dei termini sovraesposti». Ma c’è di più. «Nelle more dell’adozione da parte della S.V. del provvedimento modificativo – conclude Pasquariello nel documento inviato – le Forze di Polizia, che leggono per opportuna conoscenza, non potranno dare esecuzione alla suindicata disposizione».
PER STRADA NIENTE ALCOL
L’ordinanza “anti-maranza” è entrata in vigore da venerdì 9 maggio con l’intento, da parte del sindaco Cassani, di combattere la “malamovida“. Una strada, quella dell’ordinanza, già percorsa altre quattro volte ma questa volta con sanzioni più severe. Il provvedimento prevede (nell’area della stazione e del centro storico) il divieto di consumo e di detenzione di alcolici e bevande in vetro in strada, dalle ore 17 alle 6; lo stop alla vendita per asporto di alcolici e bevande in vetro da parte di negozi, locali e distributori automatici (dal 9 maggio al 8 giugno, sempre nella stessa fascia oraria) e il divieto di assembramenti molesti o pericolosi (sedute sui marciapiedi, consumo di alcol, schiamazzi,…) dalle 21 alle 6. «I maranza non sono una bella pubblicità per Gallarate e sono persone di cui faremmo volentieri a meno – aveva dichiarato Cassani –. Faremo in modo che non si possano più ritrovare, quantomeno nella zone in cui sono soliti ritrovarsi».
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