DA BERE
L’acqua è come il vino: va gustata e abbinata
Elena Mozzini è una sommelier del “liquido vitale”. Ecco come scegliere quella giusta
Naturale o con le bolle? In bottiglia o in vetro? Come si sceglie? Qual è quella più buona? Che sapore ha? Sembra un quiz, un gioco, ma non sono null’altro che alcune delle domande legate all’acqua. Sono i quesiti di fronte alla scelta del liquido vitale che ogni giorno assumiamo in grandi quantità e che nessuno può fare a meno di bere. Che sia quella del sindaco, ovvero dal rubinetto, oppure quella acquistata oppure, per i più fortunati, presa direttamente dalla fonte.
Elena Mozzini, 45 anni bellinzonese (del Canton Ticino), sommelier dell’acqua. Assapora i sorsi di vita, attenta anche alle politiche di salvaguardia ambientale. Da sommelier del vino, con il tempo è arrivata anche la voglia di conoscere meglio l’acqua. Perché? «Considero il vino un lusso, l’acqua è vita», spiega con semplicità.
Così è iniziato il percorso che l’ha portata a essere sommelier del liquido trasparente. Da dove si parte, quando si parla di acqua? Probabilmente dalla salute, leggendo la sua etichetta e guardando alla composizione, ovvero alla quantità di sali minerali come bicarbonato, sodio e calcio e il residuo fisso, ovvero i sali disciolti nell’acqua a 180 gradi. «Per convenzione, consideriamo buona un’acqua leggera, ovvero con un basso residuo fisso», spiega la sommelier aprendo però a un modo di scegliere e bere l’acqua che va personalizzato. Leggera è un’acqua che si beve facilmente, che scorre al palato e non dà noia.
«Il nostro corpo è un organismo perfetto: al gusto sceglierà l’acqua che va bene per il noi. Ci sono delle persone che hanno carenza di ferro e prediligeranno delle acque con una maggiore concentrazione con questo minerale, non sentendone le note che per molti sono metalliche. Quindi anche quando si dice che non piace un’acqua, la percezione è molto soggettiva. Insomma mai dire che un’acqua non è buona». Dunque il gusto personale ma anche le caratteristiche di ognuno di noi incidono anche sulla scelta di acqua.
Mozzini sintetizza: «È l’acqua che ci sceglie». Eppure il mondo si divide tra chi ama l’acqua con le bolle e quelli che la prediligono liscia. «Anche in questo caso va a gusto. Io preferisco l’acqua leggermente gasata. La trovo piacevole. È un po’ come il vino, in questo caso. Dipende anche dal tipo di pasto».
Un esempio? «Con il salmone, che ha una carne piuttosto grassa, consiglierei l’acqua con bollicine che è in grado di sgrassare meglio la bocca». Poi, come nel vino, la qualità viene data anche dal tipo di bolla. «Soprattutto ci sono bollicine più piccole e bollicine più grandi», spiega rammentando che quando leggiamo sull’etichetta acqua minerale naturale sta a indicare come sgorga dalla fonte quando viene imbottigliata.
«Dobbiamo ricordarci che l’acqua può fare un percorso di anni, lunghissimo prima di essere imbottigliata». Non dobbiamo pensare solo a quella che arriva dalle vette di montagna. E sulla quantità da bere? «Attenzione a non eccedere perché si ottengono gli effetti opposti. Troppa acqua può fare male, perché andando troppo spesso in bagno si espellono i sali minerali.
Quando spiego ai bambini quanta acqua bere, è sufficiente fare la prova pipì: se troppo scura bisognerà bere di più. Al contrario se è troppo bianca, non va bene. In generale comunque se sarà chiara, l’idratazione sarà perfetta». Secondo i consigli dell’esperta, per scegliere l’acqua non bisogna lasciarsi condizionare dal marketing e dalle confezioni. «Spesso consiglio di bere l’acqua del rubinetto che è buonissima. E non fatevi condizionare quando dicono che è troppo calcarea: non si parla altro che di calcio. Che magari spesso assumiamo in pastiglie». Sarà anche antica, la massima latina “salus per aquam” resta una certezza attraverso i secoli.
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