RECIDIVA
Arrestata due volte in 24 ore: resta in carcere
Convalidato il provvedimento dal giudice. Dopo il primo colpo doveva essere ai domiciliari, ma è stata fermata per un altro furto a Malnate
Uscita dal tribunale di Varese con l’obbligo di raggiungere la casa della nonna in Valmarchirolo, dove avrebbe dovuto scontare gli arresti domiciliari per il tentato furto a Brinzio del giorno prima, mercoledì 12 giugno, la 21enne di origine tunisina ha fatto prima una deviazione con tappa a Malnate. E ha “visitato” due appartamenti in via De Mohr, entrando dalle finestre aperte e rubando borse, telefonini e mazzi di chiavi, tra cui quelle di alcune auto.
I testimoni che l’hanno vista mentre cercava di entrare in un terzo alloggio hanno avvisato la Polizia locale di Malnate che, giunta tempestivamente sul posto, l’ha trovata nei pressi delle case svaligiate. La giovane aveva ancora con sé la refurtiva.
Dopo una notte in carcere a Como, questa mattina, venerdì 14, è comparsa davanti al giudice Angelo Parisi che ha convalidato l’arresto, il secondo in 24 ore. Adesso tornerà nella casa circondariale comasca.
DUE ARRESTI IN 24 ORE
La giovane era stata sorpresa nel garage di una casa di Brinzio e ammanettata dopo pochi minuti dai carabinieri, trascorrendo il ventunesimo compleanno dietro le sbarre.
Dopo la convalida dell’arresto, il giudice le ha concesso i domiciliari in Valmarchirolo, dove però non è mai arrivata: ieri pomeriggio, infatti, è stata fermata dalla polizia locale a Malnate, dove ha commesso un altro furto in abitazione.
Nei guai è finita una ragazza di origine tunisina, nata il 12 giugno del 2003. I militari della Stazione di Cuvio l’hanno arrestata mercoledì con l’accusa di tentato furto in abitazione in concorso con un italiano di 46 anni, che era con lei sull’auto scappata a tutta velocità dopo l’incursione nell’appartamento, con tanto di aggressione alla padrona di casa, graffiata a un braccio per assicurarsi la fuga. È successo tutto nell’arco di pochi minuti. A lanciare l’allarme al 112 sono stati i due coniugi che avevano trovato l’immigrata nel garage. Scoperta, la giovane non ha esitato a mettere le mani addosso alla proprietaria dell’abitazione (che comunque non ha riportato lesioni) per poi scavalcare la recinzione e raggiungere l’auto parcheggiata a una trentina di metri di distanza. Sulla Fiat Panda, ad attenderla, c’era il 46enne, seduto al posto del passeggero. Prima che la vettura prendesse il volo, marito e moglie sono riusciti ad annotarsi il numero di targa e a riferirlo ai carabinieri, partiti immediatamente all’inseguimento. E poco dopo la macchina è stata fermata nel territorio di Castello Cabiaglio. Con sé la ragazza aveva circa 800 euro, somma di cui non ha saputo giustificare la provenienza, poiché - come ha spiegato ieri mattina al giudice Chiara Pannone, nell’udienza di convalida in Tribunale a Varese - la 21enne (difesa dall’avvocato Corrado Viazzo) non ha un lavoro. Ma ha costante bisogno di soldi, a causa della dipendenza dall’eroina.
Un quadro che lascia presumere che possa tornare a delinquere - del resto, gli inquirenti le attribuiscono la responsabilità di numerosi furti, consumati o tentati, tra Valcuvia, Valmarchirolo e Valganna negli ultimi mesi. Ecco perché per lei sono stati disposti i domiciliari a casa della nonna, che avrebbe dovuto raggiungere da sola, senza scorta. Ma una volta uscita da palazzo di giustizia, anziché dirigersi verso nord è andata a Malnate, dove è stata fermata dalla polizia locale, intervenuta a metà pomeriggio per un furto in appartamento. Furto di cui è accusata proprio la giovane tunisina, per la quale sono quindi scattate le manette.
Dopo la convalida, invece, il suo presunto complice (assistito dall’avvocato Sara Cazzulli) è stato liberato, con il solo obbligo di firma in caserma, fino al processo per direttissima, in calendario a metà luglio. Se lei si è avvalsa della facoltà di non rispondere, lui si è difeso affermando di aver soltanto accompagnato la donna e di non essere stato informato delle intenzioni della sua giovane amica: «Mi stava riaccompagnando a casa, all’improvviso s’è fermata dicendo che doveva entrare in quella casa a vedere si ci fosse una persona. Io non l’ho vista scavalcare».
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