IL CASO
«Ce l’hanno portato via»: Luca ha una nuova famiglia
Il bambino di 4 anni dato in adozione, ma non ai genitori affidatari

Il ricorso al Tribunale per i minorenni di Milano per l’adozione è ancora pendente. Ma al momento non è bastata la lettera di 94 pediatri che hanno sottolineato il rischio di un trauma insanabile per il bimbo. Non sono servite neppure le quasi quattromila firme a sostegno della petizione on line, “Salviamo Luca”. Ed è caduto nel vuoto anche l’appello lanciato sui suoi canali social da un esperto di fama nazionale come il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai («I bambini non sono pacchi postali: questa vi sembra giustizia?»). Ieri il “bimbo conteso” è stato portato via alla famiglia affidataria, che aveva chiesto di adottarlo in base al principio della “continuità affettiva”, poiché il piccolo di quattro anni vive con loro da quando aveva un mese di vita. Anzi, viveva, perché tra martedì e mercoledì Luca (nome di fantasia) ha prima incontrato per un pomeriggio la sua nuova famiglia, poi è stato trasferito nell’abitazione dei genitori adottivi. Dove vivrà, come stabilito dal decreto di adottabilità firmato dal giudice (i due procedimenti viaggiano su binari differenti).
La conferma arriva dall’avvocato Sara Cuniberti, che assiste Maria e Giuseppe Bianchi (nomi fittizi) nella battaglia per l’adozione: «È un giorno triste. Marito e moglie sono distrutti, straziati. Farlo andare via così, in 24 ore, dalla casa in cui è cresciuto, è uno strappo per tutti». Ma la legale non si dà per vinta: «Aspettiamo la decisione sul nostro ricorso, perché al momento non abbiamo nulla di scritto in mano; poi se sarà rigettato ricorreremo in Cassazione».
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