LA RICORRENZA
Auguri Varese: 80 anni di canestri
L’amore della città per la sua squadra. Ecco la storia fra trionfi e cadute

Ottanta anni e non sentirli. Parafrasando il jingle degli anni ’80 che si fermava a 40, il compleanno della Pallacanestro Varese – fondata l’1 agosto del 1945, anche se nella Città Giardino i rudimenti della “palla al cesto” erano praticati dal 1928 – trova il club biancorosso in buona salute. Varese è Basket City grazie ai pionieri degli anni ‘50 e ai trionfi della grande Ignis, quando le vittorie della Valanga Gialloblù riempivano Masnago del calore di 5000 tifosi.
La città nella quale almeno un componente di ogni famiglia ha provato a giocare o segue il basket ha sangue biancorosso nelle vene: i nonni che idolatrano Raga e Morse hanno trasmesso la passione ai padri con Pozzecco e Meneghin nel cuore. E ora tocca ai figli, riavvicinatisi alla Pallacanestro Varese anche grazie al rilancio del settore giovanile da sempre determinante per i successi della squadra. Che non alza un trofeo dal settembre 1999 e non appartiene più al “salotto buono” del basket italiano, dominato dai proprietari-sponsor come fu a suo tempo Giovanni Borghi.
Però gli 80 anni di Varese con lo stesso codice FIP, ossia senza “ripartenze” da nuovi assi societari come in Italia è accaduto a tutti tranne che a Milano, Cantù e i biancorossi, sono una ulteriore testimonianza dell’amore di una città capace di trovare soluzioni alternative dopo 60 anni di “grandi famiglie”.
Prima il consorzio ed ora Luis Scola, “papa straniero” innamoratosi di Varese da giocatore, hanno garantito continuità ed affezion. Certo la gente si attacca a Librizzi e ad Assui più che agli “americanini” il cui turnover annuale rende complicatissimo creare affetti stabili. Ma l’amore per la squadra è incondizionato a prescindere da chi ne veste la maglia. Auspicando nel regalo playoff per celebrare al meglio la ricorrenza...buon compleanno cara Pall.Varese!
LA FONDAZIONE E LA BANDIERA
L’1 agosto 1945 la società viene fondata con l’assegnazione del codice FIP 000108, ancora attuale. Subito promossa in A nella prima stagione di attività, arriva due volte seconda nel 1949 e 1950. La bandiera è Sergio Marelli, primo varesino in azzurro alle Olimpiadi del 1952.
BORGHI E IL PALASPORT
Nel 1956 Giovanni Borghi diventa proprietario e sponsor: investimenti importanti sui giocatori – Zorzi, Maggetti, Nesti, Gavagnin, Gatti, Vianello - che portano i primi Scudetti (1960/61 e 1963/64) e spalancano le porte dell’Europa. A dicembre 1964 si inaugura il palasport di Masnago.
LA VALANGA GIALLOBLÙ
Dalla rivoluzione del 1968 con i varesini Ossola, Rusconi e Meneghin nasce la Valanga Gialloblù: in 7 anni 5 Scudetti, 4 Coppe dei Campioni e 2 Intercontinentali, prima con Nikolic e Raga e poi con Gamba e Morse. È l’ora della gloria, portando 18 dei 25 stendardi appesi sopra la Curva Nord.
L’ULTIMA COPPA, ECCO BULGHERONI
Dopo 19 anni Varese non è più Ignis ma continua a vincere: ultima Coppa Campioni del 1976, lo Scudetto 1978, la Coppa Coppe 1980 dopo aver chiuso nel 1979 l’epopea delle 10 finali consecutive di Coppa Campioni, record imbattuto. Nel 1981 il passaggio dalla famiglia Borghi ai Bulgheroni.
MEO E VESCOVI, NASCE IL CAMPUS
L’arrivo di Meo Sacchetti e l’esplosione di Vescovi e Rusconi riporta Varese ai vertici. Ma non basta per vincere la Stella contro le big Milano e Pesaro. La cessione di Rusconi porta alla nascita del Campus ma anche alla prima retrocessione in A2 del 1992; si torna in A nel 1994 con i giovani.
LA MAGICA NOTTE DELLA STELLA
L’escalation del duo Pozzecco-Meneghin porta alla magica notte della Stella dell’11 maggio 1999. Il decimo Scudetto fa impazzire la città, ma confermarsi è impossibile: l’ultimo hurrà è la Supercoppa di settembre 1999. Nel 2001 il passaggio di proprietà dai Bulgheroni ai Castiglioni.
DISCESA E RISALITA: VARESE NEL CUORE
La seconda retrocessione del 2008 viene cancellata con la promozione immediata dalla LegAdue. Nel 2010 la proprietà passa al consorzio “Varese nel Cuore”: si sogna con gli Indimenticabili, ma il Moloch Siena risulta invincibile (salvo poi vedersi revocati i titoli per “doping finanziario”).
DAL SOGNO SVANITO ALL’ORA SCOLA
Il sogno di tornare ad alzare una coppa europea svanisce nel finale amaro di Chalon nel 2016. L’ultimo playoff è del 2017/18; nell’anno del Covidbasket arriva Luis Scola, ma l’impatto vero è fuori dal campo: a.d. dal settembre 2021, socio forte dal 2022 aumentando il budget.
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