L’IMPIANTO VARESINO
Bettole declassate: fuori dal gruppo dei “Nazionali”
La graduatoria degli ippodromi vede Varese scendere al nono posto. Il sottosegretario La Pietra: «Le criticità gestionali hanno influito negativamente»
 
                      
L’ippodromo di Varese esce dal gruppo “Nazionali” per le corse al galoppo. È quanto emerge dal decreto di aggiornamento della classificazione degli ippodromi italiani in attività pubblicato giovedì 30 ottobre sul sito del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf). La graduatoria, valida per il 2026, vede Le Bettole perdere una posizione rispetto all’anno scorso, scivolando dall’ottavo al nono posto. A beneficiarne il “Don Meloni” di Chilivani, a Ozieri, nel Sassarese, che guadagna quattro posizioni. Il declassamento dell’impianto varesino – spiega in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra – è dovuto alle «criticità gestionali» che hanno «influito negativamente» sulla posizione in classifica, così come accaduto per Follonica, «mentre la buona gestione ha invece premiato gli impianti subentranti».
Con l’inserimento del parametro qualitativo – prosegue La Pietra – è stato completato «il percorso intrapreso dalla direzione, a cui va il mio particolare plauso per l’ottimo lavoro svolto. Nel 2024 la prima fase della classificazione si è basata esclusivamente su parametri tecnici, mentre oggi, nel 2025, viene completata con l’inserimento dei parametri qualitativi giudicati da due speciali commissioni, che hanno visitato e verificato ogni singolo ippodromo». «Al netto di alcune variazioni di posizione, nel gruppo “Nazional” spicca l’uscita di Follonica e Palermo al trotto e Varese al galoppo, con la rispettiva entrata di Casarano e Cosma e Damiano al trotto, Chilovani al galoppo. Le criticità gestionali di Follonica e Varese hanno influito negativamente sulla loro posizione, mentre la buona gestione ha invece premiato gli impianti subentranti. Un ulteriore segnalazione merita Tagliacozzo che, grazie alla qualità, guadagna molte posizioni. Per quanto concerne la specifica situazione di Roma dobbiamo registrare come l’ippodromo capitolino abbia perso posizioni sia al galoppo sia al trotto, con un andamento che se dovesse continuare anche per il 2026 farebbe perdere lo status istituzionale. Certo la situazione confusa e la custodia dell’impianto non aiuta certo gli investimenti e lo standard qualitativo della gestione, che rischia di danneggiare ulteriormente lo storico impianto romano. Ad oggi il Comune di Roma ha dato la disponibilità della struttura, ma entro il 30 novembre dovrà comunicare il gestore per il 2026 e vedremo gli sviluppi. In conclusione ritengo che il lavoro svolto e il risultato ottenuto rispecchi pienamente il principio di dinamicità e merito introdotto con questa nuova classificazione, premiando o penalizzando in maniera oggettiva e puntuale la struttura e la sua gestione. Adesso che il meccanismo è stato assimilato e rodato, tutti hanno la possibilità di migliorare e dimostrare la loro specificità. Elementi che ribadisco saranno determinanti per affrontare una nuova stagione con sempre maggiore impegno».
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