SANITA’
Busto, 7 ore di attesa al Pronto soccorso per una frattura
La denuncia: “I medici sono troppo pochi”. L’Asst: numeri ok
I tempi d’attesa al Pronto soccorso di Busto Arsizio per i pazienti diventano un incubo la notte e nei weekend. E in mancanza di un reale pericolo di vita, il rischio è di attendere troppe ore. È quello che è accaduto a un pensionato che ha denunciato la sua esperienza sui social.
LA FRATTURA E L’ATTESA
A causa di una frattura al piede ha atteso 7 ore per essere visitato e steccato, per poi dover tornare il giorno successivo per la visita specialistica dell’ortopedico. «Troppo pochi medici, troppo poco personale al pronto soccorso», denuncia l’uomo. «E soprattutto sono dovuto tornare una seconda volta». L’anziano denuncia che ci fosse solo un medico per tutto il pronto soccorso, in realtà erano presenti due medici di emergenza - urgenza che coprono il turno notturno, precisano da Asst Valle Olona. «L’uomo è stato visitato, ha fatto le radiografie, è stato immobilizzato e gli sono state date le indicazioni per poi farlo tornare in pronto soccorso durante l’orario di pronto soccorso dei medici ortopedici», hanno spiegato da Asst Valle Olona in merito alla protesta dell’uomo.
TURNI E PRESENZE
Dall’ospedale di via Arnaldo Da Brescia i turni sono così organizzati: ci sono tre medici di mattina e due di pomeriggio; in alcuni giorni tre per la presenza di un medico dedicato ai codici bianchi e sono attivi i fast track di otorino, odontoiatria, dermatologia, ginecologia, pediatria e ortopedia. L’anziano, arrivato domenica verso le 22, si è rivelato un caso non urgente. Per il paziente resta aperto un interrogativo: perché non c’era un ortopedico di notte? E se avesse avuto necessità più gravi. Prima di tutto, in quel caso si sarebbe attuato un protocollo differente per fornire tutte le cure del caso. Poiché la frattura non lo ha messo in pericolo di vita ma è stata trattata, i medici hanno preso la decisione di farlo visitare la mattina successiva.
PRESIDIO DI PRIMO LIVELLO
Il fatto che a Busto Arsizio non ci siano disponibili specialisti in notturna attiene alla classificazione dell’ospedale: si tratta di un presidio di primo livello. Tradotto vuole dire che si guarda al bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, strutture sede di Dipartimento di Emergenza Accettazione (Dea) di “primo livello” dotate di specialità quali medicina interna, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, cardiologia con unità di terapia intensiva cardiologica, neurologia, psichiatria, oncologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, con servizio medico di guardia attiva e di reperibilità oppure in rete per le patologie che la prevedono. Devono essere presenti o disponibili in rete 24 ore su 24 i servizi di radiologia almeno con tomografia assiale computerizzata ed ecografia, laboratorio, servizio immunotrasfusionale. Per le patologie complesse (traumi, patologie cardiovascolari e stroke) devono essere previste forme di consultazione, di trasferimento delle immagini e protocolli concordati di trasferimento dei pazienti presso i centri Dea di secondo livello. Insomma quello che è stato fatto al pronto soccorso.
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