BUSTO ARSIZIO
Bassi e la Pro Patria: «Interventi a gennaio, futuro in Serie B»
L’uomo Finnat (49% del club) tra i problemi di classifica del presente e gli obiettivi a medio termine
Manager in carriera. Colto, ironico, appassionato di pallone, Luca Bassi è titolare di circa metà della quota azionaria della Pro Patria con la fiduciaria Finnat e ha affidato a Rosanna Zema, anche lei appassionata di pallone e di Pro Patria, di rappresentarla nel consiglio presieduto da Patrizia Testa.
La Pro Patria, per lei, è una passione, un capriccio o un’opportunità?
«Sicuramente non un capriccio ma una combinazione di una grande passione con un’opportunità e una bella sfida».
Calcio e business è un concetto che si sposa sempre e comunque?
«Penso che sia fondamentale sviluppare un modello di sostenibilità economica. Oggi si trovano sempre meno dei grandi mecenati disponibili a perdere molti soldi in modo sistematico ogni anno. La sfida è che in Lega Pro non esiste la possibilità di sviluppare un modello economico sostenibile. La sostenibilità è possibile soltanto in serie A e in serie B ed è per quello che la serie B è il nostro obiettivo a medio termine».
Il brand è un po’ impolverato, ma la Pro Patria, nonostante tutto, mantiene un suo appeal: ha idea di come rilanciarlo?
«Il brand Pro Patria è accattivante, c’è storia, tradizione tenacia e si sposa benissimo con la maglia e il soprannome ad esso collegato di “tigri”. Per un brand la cosa più importante, anche se sembra strano dirlo oggi, sono i risultati sportivi. Penso che sul brand Pro Patria si possa fare molto, ma partendo dai risultati sportivi lavorando sull’accademia e sulla sinergia con la città di Busto e sfruttando la possibilità di una partnership con il tessuto industriale del territorio. Abbiamo poi la fortuna di avere realtà molto importanti, vicine alla Pro, eroicamente animate dai tifosi che meritano di essere valorizzate».
Nel calcio di oggi le infrastrutture giocano una partita di primissimo livello. Pensa a un restyling che possa generare partecipazione e quindi reddito?
«Dobbiamo migliorare sia le infrastrutture per la prima squadra, sia per l’accademia e l’accoglienza dello stadio. Penso che lo stadio sia la casa della Pro e di chi la ama a prescindere, un posto piacevole e accogliente, frequentato da ogni famiglia non solo per vedere le partite di calcio della squadra cittadina».
Investire per crescere e far crescere la squadra, legandola ad un territorio e una città, la quinta più popolosa di Lombardia, è un obiettivo oppure una sfida?
«La risposta è semplice: assolutamente entrambi».
Un concetto diffuso è questo: la Pro Patria è il più importante veicolo di propaganda del made in Busto: lo pensa anche lei?
«Per me è difficile commentare. Posso dire che la serie B potrebbe creare un bellissimo palcoscenico per le realtà imprenditoriali della zona e creare un forte volano economico per lo sviluppo della città».
Un bustocco con il suo curriculum professionale che abbraccia la Pro suscita orgoglio e aspettative in un popolo che ha fame di successo: un bell’impegno...
«E anche una bella sfida».
In questa, chiamiamola così, avventura ha in mente una squadra forte nella compagine societaria e dietro le scrivanie?
«Sono consapevole della necessità di rafforzare tutte le componenti: da quella infrastrutturale a quella tecnica a quella gestionale. Penso che quest’anno abbiamo cominciato a fare di più in termini di squadra e di accademia. Ma non è assolutamente sufficiente e sono consapevole che bisogna fare di più».
Non è l’inizio migliore, riferito ai risultati. Si aspetta un rapido cambio di passo?
«Eravamo consapevoli, avendo fatto la scelta di partire con un progetto nuovo dopo la retrocessione, che ci sarebbero state tante difficoltà. Non ci aspettavamo però di essere in questa posizione in classifica, frutto di tante componenti. Adesso non serve una caccia alle streghe per individuare il colpevole, ma bisogna reagire anche intervenendo a gennaio per supportare il nostro nuovo allenatore che, secondo me, è un bravissimo tecnico perché ha dimostrato con la nostra Primavera grandi qualità, con qualche innesto riuscirà a colmare qualche lacuna».
Ecco la domanda da un milione di dollari: quando l’attuale minoranza diventerà maggioranza?
«Stiamo lavorando con partner interessati ad affiancarsi. Finché ciò non succederà andremo avanti con la nostra compagine vista la massima sintonia e il totale allineamento che esiste con Patrizia Testa».
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