DA PROVARE
Cantare e suonare? Si cresce bene

La musica è un elemento fondamentale per il pieno sviluppo dei bambini. Lo dimostra anche la nostra memoria legata alle canzoni della nostra infanzia e che ci aiuta a riscoprire noi stessi. Un tema interessante spiegato anche nel libro (che contiene anche un cd) Sta arrivando un bacio (edito da Erickson) - dedicato ai piccolissimi della fascia 0-2 anni, ma anche a genitori ed educatori - di Lorenzo Tozzi, Nicoletta Perini e Daniela Lucangeli. Tozzi, autore, musicista e compositore di canzoni, ci ha spiegato, in generale, del legame tra musica e bambini nelle varie età. Conduce su Rai Radio Kids i programmi di cui è anche coautore e tra le varie attività, collabora con la professoressa Lucangeli e il suo dipartimento di Psicologia dell’età evolutiva dell’Università di Padova. È stato finalista alla 61esima edizione dello Zecchino d’Oro con il brano Me la faccio sotto, 62esima con Sono felice ed è finalista con Pappappero alla prossima edizione.
Quali sono le peculiarità del legame tra musica e infanzia?
«Il bambino apprende in modo multimodale, cioè nell’interazione di più sensi contemporaneamente. In questo la musica innesta subito movimento, ascolti e benessere. E poi il bambino inizia prima a cantare che a parlare!»
Quali sono i primi step per avvicinarli alle sette note?
«Hanno un istinto creativo, sono artisti nati, ma il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi, come diceva Picasso. Bisognerebbe dar loro fiducia ed è prezioso che vengano esposti a più istinti musicali possibili, creando le condizioni ambientali affinché questo avvenga».
In che modo la musica può aiutare i bimbi in questi mesi particolari?
«La mascherina copre la bocca ma non le orecchie! E questo può essere un periodo particolarmente adatto per potenziare le loro - e anche le nostre - capacità di ascolto e di esporci alla meraviglia mediata da stimoli uditivi. La musica è ovunque: tra le parole, i suoni della natura e i silenzi».
Quale può essere il ruolo scolastico nell’approccio musicale dei bambini?
«Come presupposto credo che l’accoglienza sia fondamentale, intesa come il guardare il bambino nella sua interezza, indirizzarlo a se stesso e alla sua natura. La musica non è solo capacità tecnica di esecuzione, ma anche e soprattutto, condivisione e mediatore di benessere. Come disse il direttore d’orchestra Claudio Abbado, non si deve insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare ed essere ascoltati. La musica è un filo invisibile che accarezza, e in una fase come questa direi che è essenziale. L’arte in generale tiene vive le possibilità. Mi piacerebbe che i bambini venissero “educati”, tirando fuori la loro essenza senza troppe interferenze».
Ci suggerisce qualche esempio di canzoni adatte ai vari stati di malessere del bimbo come paura, ansia, rabbia?
«Il brano Sta arrivando un bacio è un modo per non dimenticare l’affettività che resiste anche in epoca Covid. Le coccole aiutano davvero a crescere. C’era una volta un pianto accoglie il pianto, ma lo accompagna a una presenza consolatrice. La musica diventa culla così come nella canzone Dormi sereno. Faccio finta che (sul gioco simbolico) ci ricorda che è sempre possibile usare l’immaginazione per lenire stati di malessere e compensare ciò che ci manca».
Che attività fare in casa (genitori-bambini) a tema musicale?
«Lasciare che i bambini si sperimentino in attività di improvvisazione e creazione sonora, con qualsiasi oggetto capace di emettere sonorità: a partire dalla voce fino ad arrivare a un tavolo che può essere un tamburo. Si possono sperimentare insieme piccole creazioni musicali e anche di testo, verranno fuori cose sorprendenti. Bisogna dare fiducia al bambino. diceva Rodari “non perché ognuno sia artista ma perché nessuno sia schiavo”. La libertà è forse sempre il mezzo e il fine».
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