QUARTIERI AL CENTRO
Crenna: vista, verde e aria, la campagna dietro l’angolo
C’è tutto sulla collina, a partire dal castello. Orgoglioso della sua storia di autonomia, il rione è vivo, ma si sente un po’ dimenticato
Crenna è morta, viva Crenna! Quando passi da via Donatello le saracinesche abbassate e arrugginite sono lì a ricordare il passato glorioso del quartiere che fino a cent’anni fa era un paese autonomo. Che il tempo si sia quasi fermato, almeno in questa zona, lo dice anche lo storico edicolante sotto i portici di via Locarno, che è andato in pensione l’estate scorsa, Enrico Minoli: «Sono stato qui 77 anni e cosa è cambiato? Cosa è rimasto? Un bar, un barbiere, la scuola guida, ma dalla Crenna bassa non salivano a prendere il giornale, piuttosto andavano in centro». Un quartiere a sé stante e dimenticato dai calendari delle iniziative come tante altre periferie, ribadiscono altri. Eppure con la sua storia di area collinare – con una vista che nei giorni di bel tempo fa invidia al centro cittadino, un’aria che ancora sembra più pulita che altrove e il verde a due passi dalle abitazioni che diventano plus per chi ci abita – Crenna è tutt’altro che morta. I negozi si sono spostati, sì, in via Monte San Martino. «Ma c’è tutto», assicura una signora con la nipotina in braccio al caffè sullo stradone. E a piedi, dalla Crenna vecchia alla nuova, bastano pochi minuti.
I VISCONTI IN GIARDINO
A ribaltare la visione del quartiere spento è anche Monica Mariani, oggi proprietaria con il fratello Gabriele del Castello di Crenna. Non capita a tutti di avere nel cortile di casa o sopra il camino lo stemma dei Visconti. A loro, invece, è capitato. «L’ultimo Visconti del ramo crennese è stato Francesco, nel 1700, ma non aveva figli», spiega. «La cosa bella è che il castello è stato tramandato di donna in donna». Il bisnonno di Monica, Gino De Rizzoli, progettò la torre dell’acquedotto per dare l’acqua all’allora paese di Crenna e che oggi qualcuno scambia ancora per una parte del castello stesso. E si è arrivati fino a Gisella Bassetti, la mamma di Monica e Gabriele, che fu tra coloro che piantò i tigli del viale simbolo del quartiere. Dopo tanti secoli, il castello resta un simbolo dell’indipendenza e anche dell’unicità di Crenna e si candida ancora a diventare un punto di riferimento. «L’anno scorso con Carmelo Todoverto abbiamo organizzato la mostra del Vino d’artista – prosegue Mariani – e per il 2025 stiamo pensando a qualcosa d’altro».
NIENTE DOPPIONI
Ma guai a pensare di trasformare il quartiere in un doppione del centro di Gallarate, pieno di locali e vetrine. «Non serve, la città è a pochi minuti», racconta la proprietaria del castello. La giovane nonna con la nipotina che ogni giorno fa la spola da via Egeo a via Monte San Martino per la passeggiata, conviene: «C’è quello che serve». Ecco, magari in via Egeo c’è anche troppa gente che schiaccia sull’acceleratore dimenticandosi che sia una zona residenziale, ma questa è un’altra storia.
CREDERE NELL’IDENTITÀ
E persino sotto i portici di via Locarno dove si è appena svuotata un’altra vetrina, c’è la tranquillità di chi crede nell’identità del quartiere. Per esempio nel negozio di barbiere i cui clienti vengono apposta persino da Morazzone per farsi tagliare i capelli. «Qui c’è senso di appartenenza, bisogna solamente fare in modo – tutti insieme – che ci si accorga che Crenna esiste». Ed è viva.
La nuova puntata di “Quartieri al centro”, con due pagine di approfondimento, è in edicola con La Prealpina venerdì 18 ottobre, disponibile anche in edizione digitale.
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