MUSICA
Dardust, con il suo pianoforte tra i Sette Palazzi Celesti
Ha prodotto e scritto “Febbre”, il singolo sanremese di Clara. È tra i più influenti pianisti, produttori e compositori contemporanei

Nel panorama musicale italiano se ne parla come del Re Mida della produzione, sempre attento alle tendenze più contemporanee, ma allo stesso tempo come una sorta di intellettuale del pop, capace di portare in progetti tranquillamente riconducibili alle più aggiornate temperie mainstream la sua consolidata formazione classica. Dardust, pianista, compositore e arrangiatore, prosegue su questo doppio binario estetico-creativo con un tour dalle forti componenti inter-artistiche. La prima tappa sarà in quel di Milano, nell’esclusiva location del Pirelli HangarBicocca, che lo ospiterà mercoledì 12 alle 21.
L’ambizioso tour arriva a pochi mesi dalla pubblicazione del nuovo lavoro del produttore ascolano, Urban Impressionism, un album in cui il nostro, al secolo Dario Faini, ha ulteriormente approfondito la sua ricerca nel campo della musica neoclassica e contemporanea, declinate secondo le sue inscindibili passioni e marchi di fabbrica: l’elettronica e il pianismo. Ma già dal titolo si deducono altre ispirazioni, che guardano da un lato alla più eterea pittura en plein air, fatta di luci e suggestioni che ha avuto trascorsi illustri anche nel campo della musica d’arte, dall’altra al brutalismo architettonico, ovvero a quella geometria di strutture e costruzioni che da sempre lega indissolubilmente suono e spazio. Non è un caso che la data inaugurale del tour avvenga all’HangarBicocca, e nello specifico all’interno dell’installazione permanente “I Sette Palazzi Celesti” del visionario pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer. Tra le imponenti torri in cemento armato e piombo tipiche della matericità kieferiana, Dardust proporrà uno show che interagirà in maniera sofisticata con la scenografica opera d’arte, anche se ha promesso che sarà un dialogo all’insegna della sobrietà. Il disco, d’altronde, si concentra sugli aspetti più minimalisti della composizione di Faini, motivo per cui tra le tracce riecheggiano rimandi alla musica d’arredamento di Erik Satie e alle irriverenze di John Cage. L’idea è quella tanto cara all’attualità, che vuole l’esperienza del concerto come una delle più immersive possibili.
In questa direzione vanno anche gli altri, speciali appuntamenti di una tournée dall’immediato afflato internazionale. Prima ci sarà però una seconda data-evento all’Auditorium La Nuvola di Roma, dove sabato 14 Dardust si esibirà sullo sfondo dell’opera progettata da Massimiliano Fuksas e di proprietà di EUR SpA. Dopodiché un viaggio che toccherà da qui a inizio aprile il Sala Paral-Lel 62 a Barcellona, il San Pol a Madrid, il Teatro Capitolio a Lisbona, l’Archipel a Parigi, il Bozar a Bruxelles, il Nachstasyl ad Amburgo, il Colosseum a Berlino, il Conservatorio di Praga, la CloudNine al TivoliVredenburg a Utrecht e, infine, la Hoxton Hall di Londra. Una serie di venue prestigiose e suggestive più o meno tradizionali, che ovviamente la performance vaglierà anche dal punto di vista spaziale oltre che acustico.
Reduce dal lavoro in sala di registrazione con Jovanotti per il recente album Il corpo umano e dalla scrittura per il brano di Clara “Febbre“, presentato all’appena trascorso Festival di Sanremo, Dardust si dedica ora a un progetto solista che ne certifica l’eccentricità. Forse inutile ricordare le sue numerose collaborazioni e gli altrettanti riconoscimenti, anche se vale la pena di segnalare, tra gli ultimi attestati ricevuti, il premio per la categoria Producer/Talent Scout del “Ballerini Dalla 2025”, la rassegna in onore dell’indimenticato cantautore Lucio la cui cerimonia avviene il 4 marzo a Bologna.
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