SOLDI PUBBLICI
Direttori Asl a fare rafting: scoppia il caso
La protesta nata nella riviere ligure per lo sperpero di quattrini nel settore della sanità

Che le cose possano cambiare, pare difficile crederlo. Ma il fatto che la coscienza comune si scuota ancora per lo spreco di soldi pubblici è cosa buona e giusta. E fa capire che, forse, non ci siamo ancora assuefatti alle auto blu che portano i politici allo stadio oppure allo shopping sfrenato con carte di credito di un assessorato o d’un ministero.
L’ultimo episodio arriva dalla riviera ligure, travolta da un’ondata di protesta per quello che è stato bollato come uno sperpero di quattrini nel settore della sanità. Nello specifico, si tratta delle polemiche in Consiglio regionale su un corso di rafting inserito dall’azienda sanitaria locale d’Imperia nel piano formativo dei dirigenti per una spesa totale di 714 euro. Il caso è stato sollevato da un’interrogazione del capogruppo Gianni Pastorino (Linea Condivisa) che ha criticato l’iniziativa chiedendo lumi all’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola.
«I team building cementano le organizzazioni. - ha replicato Gratarola all’Ansa -. La proposta formativa dell’azienda sanitaria era rivolta al personale del comparto della direzione strategica che ha sei collaboratori, i direttori hanno partecipato ma sostenendo in proprio le spese. Le tecniche del team building hanno puntato a fare squadra per scatenare dinamiche di gruppo fondamentali per l’interazione del gruppo con la struttura». «Ho dubbi sull'utilizzo di soldi pubblici per queste iniziative - ha ribattuto Pastorino -, è una questione di priorità, anche per 714 euro, che sarebbero potuti servire magari per altre esigenze sanitarie».
È vero: con 714 euro si può fare ben poco, almeno in questo settore, e nel bilancio di un’Asl spostano poco. Però a far imbestialire è il concetto di fondo: tante aziende private investono quattrini per «cementare le organizzazioni», ma lo fanno con soldi loro e probabilmente quando gli affari vanno a gonfie vele, non certo quando i conti sono in rosso.
Ecco, pensare che nella sanità nostrana - con tutte le sue magagne, tra liste d’attesa infinite e strutture spesso obsolete - si ragioni con una logica da azienda florida, dove i fondi possono essere dedicati a questi extra, fa indignare. Casi del genere all’estero spesso postano a dimissioni. Qui in Italia al massimo ci si indigna. E meno male che qualcuno si indigna ancora. Sperando che in futuro qualcosa possa cambiare.
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