ROMPICAPO SCUOLA
Docenti bocciati dall’algoritmo
Gruppo di varesini pronto alle vie legali: «Abbiamo i requisiti per insegnare. Un meccanismo in teoria perfetto salta tutti i candidati compresi in un certo punteggio. Siamo impotenti»
Sono pronti ad andare per vie legali alcuni insegnanti varesini alle prese con quello che chiamano «un sopruso» digitale. Alla base, l’algoritmo, il sistema computerizzato che sostituisce le chiamate per assegnare le cattedre e che escluderebbe docenti con tutti i punteggi necessari per ottenere l’incarico. Difficile spiegare il meccanismo, molto tecnico e complesso: in pratica secondo i professori che guidano la rivolta, verrebbero dimenticati tutti i docenti all’interno di un certo punteggio, perché la macchina passerebbe oltre ripartendo dal punto sbagliato per assegnare le cattedre successive.
Un appello rivolto contro un datore di lavoro particolare, lo Stato. I primi firmatari giurano che sono coinvolti «2, forse 3mila colleghi di scuola superiore della provincia impossibilitati a insegnare nonostante ne abbiano tutti i requisiti».
«HO DATO MANDATO A UNO STUDIO LEGALE»
«È un sopruso. L’utilizzo indiscriminato di uno strumento che oltretutto non è previsto dalla legge. Ho dato mandato a uno studio legale perché prepari un esposto». Mattia Serrago, varesino di 33 anni di cui gli ultimi quattro in veste di docente annuale di Letteratura inglese, non ce la fa a subire in silenzio ciò che considera un atto ingiusto.
Il servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 18 settembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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