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Eugenio Schmidhauser: il fotografo tra i padri dell’immaginario turistico ticinese
La mostra è composta da 90 scatti tra vintage e nuove stampe

Gli appassionati di cinema, ma non solo, ricorderanno come Ermanno Olmi con L’albero degli zoccoli, Palma d’Oro al 31esimo Festival di Cannes, abbia reso universale la quotidianità di una piccola comunità della bergamasca. Identico lirismo si coglie in Eugenio Schmidhauser. Oltre il Malcantone, in corso presso il Museo d’arte Svizzera italiana sede Palazzo Reali Lugano, frutto di un lavoro di ricerca e catalogazione sull’archivio Schmidhauser, depositato dalla famiglia Brentano-Motta di Brugg all’Archivio di Stato del Canton Ticino che vede come co-curatore Gianmarco Talamana. La mostra composta da 90 fotografie tra vintage, nuove stampe da negativi originali su lastra di vetro, propone anche una serie di lavori inediti dedicati al villaggio di Astano, dove viene descritta la sapienza artigianale degli abitanti, dall’arrotino al seggiolaio, sino al gerlandaio, oltre al silente ma prezioso lavoro delle massaie, da inizio secolo agli anni Cinquanta. Oltre alle immagini dedicate al piccolo borgo compare la serie di cartoline e le illustrazioni eseguite per Fröhliches Volk im Tessin del 1906. Di grande formato le foto scattate sulle rive del lago di Garda. Alcuni di queste panoramiche hanno ottenuto riconoscimenti internazionali come la medaglia d’oro a Dresda nel 1909 e la medaglia di bronzo al concorso internazionale di Roma. A frenare l’attività fotografica di Schmidauser saranno gli impegni legati alla conduzione della Pensione della Posta ad Astano e la partecipazione politica alla vita del paese. Di tale nuova condizione Schmidhauser farà di necessità virtù: l’ampio salone della pensione diveniva all’occorrenza sala di posa e gli ospiti soggetti da ritrarre.
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