IL PROCESSO
«Figlio violento». Ma la mamma lo difende
Ragazzo accusato di maltrattamenti. «Aveva una dipendenza da internet, cercavo di proteggerlo e mi ha sputato in faccia»

«Io maltrattata da mio figlio? No, lui è un ragazzo stupendo!». In Tribunale la mamma difende il giovane accusato di maltrattamenti in famiglia, e per questo allontanato dalla casa familiare su decisione del gip. Un fascicolo aperto dopo le relazioni della Questura sugli interventi in casa della famiglia argentina (in Italia come rifugiati politici) spesso protagonista di liti accese e violente.
Ai poliziotti la donna raccontò che il figlio, 25enne, la picchiava e insultava, fino al punto di minacciare di buttarla dalla finestra, ma oggi, mercoledì 14 maggio, davanti al giudice Rossana Basile ha cercato di ridimensionare la vicenda. Ammettendo comunque che il ragazzo, il cui padre è rimasto in Sud America, le diede alcuni schiaffi e addirittura le sputò in faccia durante una litigata perché lui era sempre incollato allo smartphone. «Non cercavo giustizia, ma aiuto per mio figlio, perché aveva una dipendenza da internet e dai videogame. Stava al computer fino alle 4 del mattino, aveva una relazione virtuale con una ragazza messicana che lo induceva a suicidarsi assieme. Da madre, ero preoccupata». Una situazione che l’ha fatta cadere in una grave depressione che la portava a stare intere giornate a letto: «Io mi aspettavo il suo sostegno morale, invece lui mi diceva “Perché non muori? Perché non ti butti dalla finestra?”».
Nella prossima udienza, a giugno, saranno ascoltati i testimoni citati dal difensore, l’avvocato Marco Lacchin, secondo il quale siamo di fronte a un contesto conflittuale, ma non a un caso di maltrattamenti in famiglia, reato che richiede una sistematicità delle condotte vessatorie.
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