L’OGGETTO FILATELICO
Francobolli: un archivio storico
Giorgio Cuneo è possessore di una delle collezioni più rare. All’asta parte del catalogo

Sono molto più di contrassegni postali. Ora lo dice non solo la qualità affettiva e artigianale del bene, ma lo stesso mercato finanziario. L’asta che sancisce la nascita del Dipartimento di Filatelia di Art-Rite, in programma al Palazzo Largo Augusto di Milano giovedì 22 alle 14.30, si tinge di una rilevanza storica. Non solo perché protagonista c’è la collezione di Giorgio Cuneo, possessore di alcuni dei più rari francobolli mai prodotti nell’Italia preunitaria, ma anche perché è frutto di un’operazione capace di dare per la prima volta dignità monetaria all’oggetto filatelico.
Lo sottolinea bene Cuneo, appassionato collezionista anche di orologi, dipinti e pietre preziose oltre che economista. I suoi francobolli, eredità di un archivio famigliare avviato verso la fine dell’Ottocento, appartengono per lo più all’età preunitaria, con però pregevoli pezzi del periodo monarchico, colonico e repubblicano.
«Come tutti gli asset - spiega - ha un importante valore teorico su carta che poi trova un riscontro pratico limitato. Fino ad oggi il prodotto filatelico non era infatti accettato dal sistema finanziario come un collaterale». In sostanza, non faceva parte di quei beni reali che una banca può prendere a garanzia di un finanziamento. È qui che le strade di Cuneo e di Kruso Kapital, consociata di Art-Rite, si sono incrociate: «Kruso Kapital ha lanciato lo scorso anno Art-Kredit, un prodotto molto interessante che consente di avere un prestito a fronte di una garanzia reale. Non era pensato per la filatelia, ma con le loro autorizzazioni hanno fatto in modo che si estendesse il primato anche a questo mondo».
Si tratta di un normale Credito Lombard, un prestito concesso in cambio di un pegno su attività liquide, che però ha un risvolto rivoluzionario: «Da oggi i francobolli sono un asset finanziario. Il percorso che voglio perseguire è fare in modo che questi oggetti, che hanno anche rivalutazioni importanti nel tempo, facciano un percorso simile ad altri oggetti che fino a dieci anni fa il mercato finanziario neanche conosceva. Mi riferisco ad altri oggetti da collezione che possono essere i vini o gli orologi».
In più, rispetto a opere d’arte ormai parte integrante del mercato come i dipinti, i francobolli non sono soggetti alle oscillazioni valutative determinate dai periti, i quali non hanno a disposizione un prezzo di catalogo: «Il catalogo di riferimento per i francobolli di area italiana, il Catalogo Sassone, viene ripubblicato tutti gli anni e a differenza del catalogo ragionato dei dipinti, c’è anche il prezzo, il cosiddetto valore di catalogo. Quindi calcolare il rendimento teorico del francobollo è facile».
La ratio di questa operazione si è tradotta in un’asta che rappresenta l’inizio di un progetto più ampio: «La mia collezione è molto vasta e solo una parte di essa è stata affidata a Kruso Kapital e Art-Rite. In asta andranno soltanto 257 lotti, uno 0,6% di ciò che gli ho affidato. L’idea è fare tre aste l’anno per i prossimi anni fino a esaurimento della collezione, ma soprattutto sensibilizzare il sistema finanziario per far capire che, a determinate condizioni come lo stato di conservazione, la tiratura, la colorazione e il periodo storico un francobollo non è un semplice oggetto da collezione ma è un asset finanziario con una rivalutazione nel tempo».
Al di là di questi aspetti, la collezione filatelica di Cuneo costituisce un inestimabile patrimonio artistico. Basti dire che il lotto più pregiato dell’asta è un 80 centesimi del Governo Provvisorio del Ducato di Parma, di cui si contano tre esemplari al mondo. C’è poi un altro legame, ancora più inestricabile: «Ho la fortuna di venire da una famiglia abbastanza importante e questa era una delle passioni che di generazione in generazione è stata tramandata. È chiaro che rispetto a un dipinto la storia del francobollo è molto più arida. Essendo stati inventati a metà dell’Ottocento, anche se hanno valori importantissimi dal punto di vista economico possiamo parlare solo di tre-quattro generazioni di collezionisti. Fin da piccolo mi sono appassionato grazie a mio nonno. È morto abbastanza giovane e non ha potuto insegnarmi tutto quello che avrebbe voluto, però è riuscito a trasmettermi fin da bambino la passione per tutto ciò che è bello, tra cui di sicuro la filatelia».
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