PALAZZO DELLE PAURE
Futurismo tra novità e rivoluzione

«Il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro…». Dinamismo, velocità e progresso erano i concetti espressi nel Manifesto dei pittori futuristi, stilato a Milano nel febbraio 1910 da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Gigi Severini.
UNO DEI PIÙ IMPORTANTI MOVIMENTI
Nasceva così uno dei più importanti movimenti d’avanguardia europei, che oltre a pittura, scultura e architettura coinvolgeva poesia, musica, danza, fotografia, cinema e gastronomia. Se i primi anni di vita del movimento sono i più studiati e anche più noti al grande pubblico, meno indagato è il periodo immediatamente successivo la morte di Boccioni, il 17 agosto 1916, a causa delle ferite riportate cadendo da cavallo. Proprio su questa seconda fase si concentra la mostra che apre sabato 18 marzo a Lecco, nella sede di Palazzo delle Paure.
L’ESPOSIZIONE
L’esposizione, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema museale urbano lecchese, indaga in particolare, racconta Simona Bartolena, gli anni del dopoguerra, «anni ricchi di spunti di riflessione, interessantissimi quanto a novità di linguaggio e originalità di ricerca. Pur senza negare l’importanza dei primi dieci anni di gestazione, in una corretta lettura del Futurismo non si può prescindere dall’analisi anche dei due decenni seguenti. È, anzi, proprio in queste successive generazioni che il Futurismo trova la propria unicità rispetto alle altre avanguardie europee». Il percorso espositivo, suddiviso in sette capitoli, inizia dalle origini del movimento, con l’articolo di Marinetti pubblicato su “Le Figaro” in cui propugnava la necessità di una rivoluzione, per distruggere ogni “passatismo” e per lasciare finalmente spazio al “nuovo”.
TRA FUTURISMO E PRIMA GUERRA MONDIALE
Si indaga poi il rapporto tra il Futurismo e il primo conflitto mondiale, le relazioni con il divisionismo, il cubismo e l’astrattismo, con un focus sugli astrattisti comaschi - Manlio Rho, Mario Radice e Carla Badiali - e il loro rapporto con Marinetti. La sezione “Un universo futurista”, nucleo portante dell’esposizione, presenta importanti testimonianze dell’interazione con le arti applicate, la comunicazione pubblicitaria, il design, il teatro, la danza, la musica. La rassegna si chiude esaminando l’evoluzione dell’Avanguardia futurista, negli anni trenta del Novecento. Con le nuove generazioni il futurismo storico si evolve in un movimento meno coerente e certamente meno utopistico e rivoluzionario, ma ancora capace di rappresentare l’attualità.
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