DA FARE
Il divertimento chiuso in una scatola

Costruire case e alberghi partendo da zero, diventando il Berlusconi del Monopoly e poi veder crollare l’impero perché i dadi girano malissimo. Oppure conquistare praticamente tutto il mondo sul tabellone del Risiko vedendo i propri carri armati avanzare come quelli degli Alleati nella Seconda guerra mondiale, salvo poi soccombere perché l’avversario ha pescato un obiettivo più semplice e riesce a spuntarla nella più classica vittoria di Pirro. E ancora: divertirsi con altri giochi da tavola intramontabili: Cluedo per gli amanti dei gialli, Taboo per farsi due risate con le parole da far indovinare, Trivial Pursuit per i secchioni e tuttologi, Uno, l’Allegro chirurgo, Scarabeo, Indovina chi? Forza quattro, Cranium.
Semplici e intramontabili protagonisti di serate infinite passate con gli amici o in famiglia, dove sbaragliare il campo, non azzeccarne una, farsi amare e “odiare” a seconda di fortuna, bravura, creatività e simpatia. Tutti, almeno una volta nella vita hanno aperto una scatola dei giochi da tavolo.
Nonostante i videogame e la dipendenza da smartphone, quest’attività ludica resta uno dei passatempi migliori per divertirsi in compagnia. I giochi da tavolo rappresentano infatti un fenomeno piuttosto diffuso nei Paesi occidentali come momento di aggregazione, sebbene la loro importanza dipenda anche dalle tradizioni nazionali. In Germania e nei paesi di lingua tedesca, per esempio, la cultura del gioco da tavolo è molto più diffusa che in Italia.
Non a caso proprio la Germania, ogni anno, ne sforna a decine. Molti di essi si prestano a essere giocati a tutte le età, ma non mancano scatoloni le cui regole possono risultare troppo complicate persino per gli adulti o che richiedono un ragionamento attento e approfondito.
Come scegliere, quindi, un gioco da tavolo per passare al meglio una serata oppure da donare a Natale, senza il rischio che possa finire nel gorgo dei regali riciclati? Innanzitutto le variabili su cui stare attenti sono l’esperienza, l’età e il numero dei partecipanti. Poi bisogna valutare se affrontare un gioco di squadra o il classico tutti contro tutti. La sfida, infatti, può riguardare anche giochi di tipo cooperativo, dove i concorrenti hanno un obiettivo comune e collaborano alla vittoria: quindi, o vincono tutti o vince il gioco.
Ma tra amici è decisamente più divertente organizzare delle vere e proprie battaglie, in singolo o in squadra dove chi vince si sente spesso un imperatore, un premio Nobel o un fine stratega, a seconda del gioco scelto. Al contrario, chi perde rosica e, talvolta, paga da bere o viene ampiamente sfottuto o consolato per le disgrazie o l’incapacità occorse durante la partita.
Già, perché quando parte il gioco, può capitare che l’amicizia venga completamente dimenticata: l’importante è vincere in qualsiasi modo. E, quindi, laddove la fortuna gioca un ruolo, si innescano addirittura rituali propiziatori, spuntano talismani e vengono eseguite macumbe voodoo nei confronti degli avversari. Mentre laddove la strategia è padrona, si cerca in ogni modo di far valere la propria arte di contrattazione, doppiogiochismo o furbizia. Ma sempre, chiaramente, nel rispetto delle regole. Altrimenti che gusto ci sarebbe?
Un passatempo che oggi è diventato un’industria con fatturati decisamente interessanti, ma che risale a tantissimi anni fa quando, il primo, rudimentale gioco da tavolo che conosciamo fa parte ancora oggi di numerosi set di gioco che tutti noi usiamo. Si tratta dei dadi. Una serie di 49 piccole pietre dipinte a intaglio sono state infatti trovate nel tumulo di Başur Höyük, nel sud-est della Turchia, e risalgono a ben 5.000 anni fa! Verso il 200 a.C. gli antichi andavano invece matti per l’antenato del Backgammon, mentre nell’antica Roma era in voga Ludus latrunculorum, gioco strategico a due giocatori ispirato dalla strategia militare.
Venendo in epoca moderna, presero piede gli scacchi per i quali, alla fine del XV secolo, vengono definitivamente fissate le regole moderne, mentre gli anni nel 1934 ci fu l’ennesima rivoluzione, con l’arrivo del Monopoly, il papà di tutti i giochi da tavolo contemporanei.
E oggi, qual è il gioco più venduto nel 2020? Si chiama Coco Rido ed è un party game irriverente. Funziona così: a turno un giocatore svolge il ruolo di Master e legge una delle domande riportate sulle carte che avrà uno o più spazi vuoti. Diciamo, una parte resta in sospeso. Gli altri giocatori scelgono tra le proprie la Risposta che ritengono più appropriata e la mettono a faccia in giù sul tavolo. Poi il Master legge nuovamente ad alta voce la carta Domanda sostituendo agli spazi vuoti il testo riportato sulla carta Risposta. Dopodiché decide, dopo le risate rituali, quella che è stata la più divertente. O la più volgare. O cinica. Insomma, quella più bastarda.
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