GUIDA AUTONOMA
L’automobile del futuro

Dal 1978 al futuro. Dall’anno in cui fu introdotto sulle automobili il primo Adas (Advanced driver assistance system, sistema avanzato di assistenza alla guida) - ovvero l’Abs, che ci aiuta a frenare meglio - al sogno di una vettura senza volante e senza pilota.
Se c’è qualcosa che appare potenzialmente in grado di cambiare davvero le nostre vite, regalandoci più tempo e più sicurezza, e liberandoci almeno in parte dalla schiavitù del traffico, si tratta proprio della guida autonoma. Se ne parla moltissimo, anche se in realtà le automobili di oggi, per motivi tecnologici ma soprattutto normativi, di autonomo hanno ben poco, e resta severamente vietato togliere le mani dal volante.
Ma a tanti sarà capitata l’esperienza quasi magica di viaggiare su una macchina che accelera o rallenta a seconda della distanza da quella che la precede, o di assistere a un perfetto parcheggio effettuato senza intervento umano. Bagliori di un futuro che, forse, verrà.
In ogni caso la strada è tracciata, tanto è vero che esiste già una classificazione del grado di «autonomia» delle automobili, che prevede sei livelli, da 0 a 5. Con 0 che sta per nessuna automazione e identifica veicoli che hanno al massimo «ausili al guidatore» come il segnale di uscita involontaria dalla corsia di marcia. E con 5 che sta per totale e piena automazione, e identifica quindi veicoli che non richiedono nemmeno la presenza di un volante, dentro i quali si può anche dormire durante la marcia, e che sono in grado di muoversi da soli.
Veicoli che naturalmente oggi non esistono, se non nell’ambito di limitatissime sperimentazioni, e sulla cui fattibilità, da più punti di vista (tecnologico, ma anche psicologico e sociale), c’è chi esprime notevoli perplessità.
Tornando alla realtà attuale, possiamo dire che le automobili più evolute del presente - e non si tratta ormai solo di vetture di lusso: vedi l’ultima versione della Renault Clio - si muovono tra il livello 1 e il livello 2 dell’automazione, ancora con la necessità di un totale controllo del mezzo da parte del guidatore. Passando da sistemi come il «lane assist» (che interviene autonomamente sullo sterzo per evitare l’uscita da una corsia) alla combinazione di questo, ad esempio, con il «cruise control attivo», grazie al quale l’auto mantiene la velocità desiderata variandola a seconda della distanza dal mezzo che la precede, e anche fermandosi e ripartendo da sola quando è in coda, con notevole risparmio di stress.
E i livelli 3 e 4? Il livello 3, di «automazione condizionata», esiste su alcune auto, come le Tesla, ma è vietato dalle norme della circolazione stradale, come il 4.
Telecamere, radar e radar a laser consentono all’auto, in certe condizioni di percorso e di andatura, di muoversi da sola e di prendere anche decisioni fondamentali come un sorpasso, ma il guidatore può fare altro fino a un certo punto, deve restare vigile e davanti al volante e deve essere pronto a riprendere il controllo in caso di emergenza.
Infine il livello 4, che richiede notevoli infrastrutture extra auto: il veicolo fa tutto e risponde anche agli imprevisti. Il volante rimane, ma chi guida può leggere un libro o dormicchiare.
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