IL RITORNO
Il fascino discreto della bobina

Come insegna la psicanalisi, il rimosso prima o poi può riemergere. E quando il rimosso fa rima con analogico, la registrazione musicale è al primo posto. Dopo il ritorno del vinile, ecco quindi un altro recupero che viene da ancora più lontano: le bobine di nastro magnetico.
L’idea è stata lanciata a metà marzo dalla Sony, la quale ha aperto i propri archivi riportando alla luce alcuni dei master che hanno contribuito alla storia della musica italiana. I Sony Legacy Master Tapes sono infatti riedizioni vintage che utilizzano il mastering di undici album originali, tutti pubblicati entro la metà degli anni Settanta e tutti incisi su nastri a bobina aperta. Quegli stessi nastri usati fin dagli albori della registrazione sonora su supporto magnetico. Non si tratta certo di un’operazione commerciale ad ampio raggio, ma piuttosto di un’occasione per quegli appassionati del suono analogico che in casa hanno ancora qualche vecchio registratore a nastro. Del resto i costi non sono accessibili a tutti, eppure il mercato musicale degli ultimi anni ha dimostrato che persino quei prodotti rivolti a un target ‘di nicchia’ possiedono un’attrattiva di non poco conto. E l’intento della Sony è appunto di presentarsi ai numerosi ma dispersi cultori del reel-to-reel, riproponendo un formato che sembrava essersi perso nel dimenticatoio predigitale. Soprattutto, lo fa con un catalogo di tutto rispetto, che prevede grandi nomi del cantautorato a fianco di memorabili incisioni del progressive rock italiano. Tra i Legacy Master Tapes troviamo infatti Il mio canto libero di Lucio Battisti, Fetusdi Franco Battiato, Viva l’Italia di Francesco De Gregori, Storia di un impiegato di Fabrizio De André e l’album omonimo di Lucio Dalla, fino ad arrivare a Storia di un minuto della Premiata Forneria Marconi, Crac degli Area e Banco del mutuo soccorso, esordio artistico della band capitanata da Francesco Di Giacomo. A concludere la rassegna, infine, anche La torre di Babele di Edoardo Bennato, Sabato pomeriggio di Claudio Baglioni e Lilly di Antonello Venditti. Le tirature sono tuttavia limitate e ogni master tape sarà perciò un pezzo unico, prenotabile sul sito dell’etichetta discografica e realizzato appositamente su richiesta dell’acquirente. La Sony si è impegnata con scrupolo filologico a questi lavori di riedizione su bobina. I parametri di magnetizzazione del nastro, ovvero di lettura dell’incisione sonora, sono rimasti identici a quelli adoperati nei master originali. Nessuna equalizzazione e nessun tentativo di ridurre i rumori di disturbo, al fine di conservare il più possibile le sonorità del tempo. Il fruitore avrebbe così modo di immergersi in un’esperienza d’ascolto che diventa quasi una sorta di documento storico. Non è inoltre da escludere che i titoli disponibili possano presto essere molti di più: l’archivio Sony comprende master datati sino agli anni Novanta, quando la produzione passò al digitale. Ma a quanto pare ora il richiamo dell’analogico è tornato a farsi sentire.
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