ARTE
Il mondo della geometria è straordinario
Alla Fondazione Morandini di Varese da Munari a Huges a Weber

L’infinito è un quadrato senza angoli, secondo un antico detto cinese ripreso da Bruno Munariche così descrive questa figura geometrica «Alto e largo quanto un uomo con le braccia aperte, il quadrato sta, nelle più antiche scritture e nelle incisioni rupestri dei primi uomini a significare l’idea di recinto, di casa, di paese.
Enigmatico della sua semplicità, nella monotona ripetizione di quattro lati eguali, di quattro angoli uguali, genera una serie di interessanti figure. Il quadrato è la concentrazione estrema di un’idea spaziale in sé stessa compiuta. Rappresenta un ordine di pregnante spirituale simbolismo». Quadrato nella terza dimensioneè l’opera dell’artista e designer milanese esposta alla mostra in corso alla Fondazione Marcello Morandini di Varese dedicata alle Geometrie Straordinarie. Dieci artisti internazionali di spicco nel campo dell’arte concreta e costruttiva «hanno esplorato varie soluzioni nel mondo della geometria non figurativa, trovando nelle loro creazioni un’emozione che ora, in questa nuova esposizione, possiamo condividere con il pubblico». Sono le parole di Marcello Morandini, artista e presidente della Fondazione di via Del Cairo, che continua «Geometrie Straordinarie rappresenta la mia nuova scelta espositiva, intrisa di passione, volta a introdurre nella mia Fondazione alcuni artisti internazionali che, attraverso il loro lavoro, ci conducono alla scoperta di aspetti sorprendenti e straordinari all’interno della loro sperimentazione progettuale».
Diversi i materiali utilizzati dagli artisti: dagli orologi di Şakir Gökçebağ, che invita a scoprire la magia e la bellezza nascosta dietro oggetti d’uso quotidiano, al sughero e ad altri materiali poveri che compongono le forme geometriche di Reiner Seliger, in cui ritmo, poesia e materia conferiscono nuova vita e valore ai frammenti. Anna Kruhelska si concentra sui contrasti di luce e ombra, creando composizioni geometriche che si trasformano al variare del punto di vista dello spettatore, mentre Edgar Diehl realizza sculture astratte che giocano con la percezione dello spazio ed esplorano il dialogo dinamico tra materia, forma, colore e geometria. Patrick Huges, celebre per le sue “pitture in movimento”, che sfidano le convenzioni visive giocando con l’illusione ottica e la manipolazione della prospettiva, si affianca a Paolo Scirpa che con i suoi Ludoscopi crea effetti straordinari di luce e colore, celebrando l’armonia e la bellezza delle forme geometriche.
«Una penetrazione nello spazio dove puoi partire seguendo le prime tracce ma poi ti perdi nel buio dove c’è assenza di gravità e di forme», scriveva Munari. «Nessuno, finora, è andato in fondo a questi buchi per raccontarci che cosa ha visto». Focalizzato su equilibrio e simmetria, Peter Weber mostra nuove prospettive sulla relazione tra struttura unidimensionale e oggetto tridimensionale; Martin Willing trasforma concetti astratti in opere tangibili che indagano la complessità della geometria, mentre Beat Zoderer completa la mostra con il suo unico approccio all’astrazione geometrica, arricchendola con opere realizzate con materiali comuni, spesso utilizzati nell’edilizia.
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