NIENTE INDENNIZZO
In arresto 183 giorni, assolto, non risarcito. Mantovani: «Occasione persa per la giustizia»
Rigettata la domanda di riparazione per ingiusta detenzione da parte dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia e sindaco di Arconate

«Hanno perso l’occasione per affermare verità e giustizia, ma dal Tribunale di Milano queste decisioni ce le si può purtroppo aspettare». L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Mario Mantovani commenta così l’ordinanza con cui i giudici della quinta Corte d’Appello (presidente Francesca Vitale) hanno rigettato la sua domanda di riparazione per ingiusta detenzione presentata. L’istanza di Mantovani, che riveste attualmente anche l’incarico di sindaco di Arconate, aveva come obiettivo dichiarato il riconoscimento di un indennizzo per i 183 giorni di “indebita” carcerazione preventiva (tra 41 giorni di carcere e 142 di arresti domiciliari tra il 13 ottobre 2015 e il 14 aprile 2016).
UN MILIONE DI EURO
Un indennizzo quantificato in poco più di 43 mila euro. Oltre all’indennizzo, la domanda, formalizzata dall’avvocato Roberto Lassini, era inoltre finalizzata a vedere riconosciuto un risarcimento per i danni patrimoniali, di immagine e alla salute che l’ex senatore di Forza Italia ha sempre sostenuto di aver subito un «calvario giudiziario» lungo sette anni. Un calvario conclusosi con la sentenza di assoluzione con formula piena emessa dai giudici della seconda Corte d’Appello di Milano nel marzo del 2022 (e il verdetto è stato successivamente confermato dalla Cassazione). Nello specifico, la difesa Mantovani aveva quantificato il presunto danno patrimoniale in più di 800 mila euro, più altre perdite derivanti dal decadimento delle cariche ceh ricopriva, per un totale di oltre un milione di euro. Dopo l’arresto Mantovani non aveva potuto ricoprire nessun incarico politico-elettivo.
L’articolo completo sulla Prealpina di martedì 14 ottobre
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