IL RICONOSCIMENTO
La fabbrica e il film: Marianna Fontana si racconta al Baff
La ventisettenne attrice protagonista di “Luce” premiata a Busto Arsizio. Il racconto della dura preparazione per interpretare il ruolo

Lavorare in fabbrica per preparare un ruolo: è l’esperienza di Marianna Fontana, attrice 27enne premiata questa sera, venerdì 4 aprile, al “Tavolo Unico” di Busto Arsizio, alla presenza fra gli altri del sindaco Emanuele Antonelli, dell’assessore alla cultura Manuela Maffioli e dell’editore della Prealpina, Daniela Bramati. Le parole di Giulio Sangiorgio, direttore artistico del BAFF: «Luce, di cui Marianna è protagonista, è uno dei film che più mi ha colpito quest’anno».
IL FILM E LA FABBRICA
Presentato in concorso al festival di Locarno, Luce (2025) è il secondo lavoro dei registi Silvia Luzi e Luca Bellino, che per citare Fontana girano la storia di «una ragazza senza nome, che lavora in fabbrica in un Sud Italia freddo e montagnoso», la cui rigida routine viene interrotta dall’arrivo di «una telefonata misteriosa». Dialogando con Sangiorgio al “Tavolo Unico” di Busto, l’attrice ha raccontato del lungo processo di preparazione al ruolo: «Sono entrata in fabbrica in borghese, le operaie non sapevano del film. Capita raramente di fare questo tipo di esperienza, mi ha dato l’opportunità di vivere l’alienazione connessa a quel tipo di lavoro». Tanto più perché si trattava di una fabbrica di pelli, con una serie di mansioni «anche logoranti dal punto di vista fisico» che in una certa misura determina «un cambiamento fisico» in chi le pratica.
IL PREMIO
A consegnare il premio a Fontana sono stati Alessandra Ceccuzzi, la cui gioielleria ha fornito il riconoscimento, e Gabriele Tosi, presidente onorario del BAFF.
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